Torna il chitarrista della Virginia con un album che sta a metà tra classico Blues e sonorità di New Orleans.
se la causa dell`europa ha avuto un limite e` stato quello di aver incontrato un`accoglienza benevola ma anche generica. la sua quasi ovvieta` apparentemente le ha spianato la strada, in realta` le ha occultato gli ostacoli. in particolare ha contribuito a frenare il processo di elaborazione di una classe dirigente specifica e il sorgere di quel sentire comune senza il quale non si puo` saldare in una nuova unita` la storia di nazioni e popoli diversi, con destini a lungo separati se non contrapposti. strada facendo i problemi sono emersi, con una particolare virulenza oggi, di fronte alla prospettiva dell`imminente allargamento dell`unione ai molti paesi ex-comunisti, e in presenza delle nuove contraddizioni e paure suscitate dalla globalizzazione.
l`allargamento a est dell`unione europea sembra essere solo l`inizio di una partita ambiziosa che non puo` che concludersi con l`ingresso di tutti i paesi balcanici ancora esclusi. e infatti sempre piu` diffusa la consapevolezza che occorre adoperarsi in europa per creare uno spazio comune di sicurezza, di stabilita` e di sviluppo sostenibile. l`italia, in particolare, in ragione della sua posizione geografica strategica, deve rendere esplicito il suo sostegno al processo di apertura internazionale e farsi portavoce nel riconoscere a tutti i paesi dell`area balcanica una vocazione europea. e questa la tesi dei curatori del libro, sviluppata attraverso l`apporto di diverse discipline e i contributi di esperti delle varie problematiche.
il racconto dell`esperienza di pete best, il primo batterista dei beatles che al momento di incidere il primo 45 giri fu scaricato e sostituito da ringo starr. una storia che permette di conoscere le origini di uno dei pu` straordinari fenomeni della cultura e del costume della seconda meta` del nostro secolo, svelando fatti e misfatti che danno un`immagine insolita dei quattro ragazzi di liverpool.
"l?immaginazione collettiva ha relegato a lungo giacomo matteotti nel pantheon dei martiri antifascisti, esemplificati per appartenenza alle famiglie politiche, in modo da rendere visibile la dimensione unitaria della resistenza, e con essa dell?identita repubblicana. questa tradizionale rappresentazione ha lasciato in ombra quella del dirigente politico di grande spessore intellettuale, oltre che civile e morale." (dall?introduzione). contributi di giampiero buonomo, stefano caretti, maurizio degl?innocenti, john foot, guido melis, michela minesso, gianfranco pasquino, paolo passaniti, antonio pedone, donato romano, pier giorgio zunino.