


a partire dai concetti di colpa e di rischio, l`autrice esamina il comportamento dell`uomo primitivo e dell`uomo moderno di fronte alla percezione del pericolo. tutta la conoscenza accumulata dall`uomo moderno non e` sufficiente a proteggerlo dal pericolo che, anzi, la tecnologia sembra aver aumentato. non diversamente dall`uomo primitivo, la sua strategia di difesa si basa ancora sulla ricerca del colpevole, sull`attribuzione della colpa. tabu` e legislazione infortunistica assolvono, con un linguaggio diverso, la stessa funzione: proteggere la comunita` da comportamenti socialmente distruttivi.


e` il 1976. josepha schlupfburg vive in una cittadina della turingia, lavora come tipografa e aspetta un bambino. ma non e` sposata. josepha osserva il suo corpo modificarsi, trasferisce i suoi mutamenti fisici in una realta` onirica dove vorrebbe raccontare una storia a suo figlio. con lei abita la nonna therese. insieme decidono di ripercorrere le 11 tappe della spedizione gunnar-lennesfen e sul filo dei ricordi ridanno vita alle storie della loro composita famiglia. riemerge cosi` il racconto di un intero secolo, dalla prussia fino a norimberga, punteggiato di vicende di madri forti, figli nati fuori dal matrimonio e padri inetti.










una saga familiare che commuove e diverte. ambientata nel mezzogiorno d`italia copre un arco temporale che va dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.


piya e` appena arrivata a canning, l`ultima fermata per i sundarban, l`immenso arcipelago che si stende fra il mare e le pianure del bengala e che, secondo la leggenda, e` sorto il giorno in cui la treccia del dio shiva si e` disfatta e i suoi capelli bagnati si sono sciolti in un immenso e intricato groviglio. piya, giovane biologa marina nata in bengala ma cresciuta negli stati uniti, e` arrivata in questo dedalo di fiumi e foreste per scandagliare le profondita` marine. sui corsi d`acqua di mezzo mondo, piya si e` sempre sentita protetta dalla sua inequivocabile estraneita`, dai suoi capelli neri corti, dalla sua pelle scura, dai suoi lineamenti delicati di giovane donna indiana. qui, in un posto in cui si sente piu` straniera che altrove, sa che il suo aspetto la priva di ogni protezione. per kanai dutt, invece, l`interprete diretto a lusibari per decifrare un misterioso diario lasciatogli da uno zio, l`arcipelago e` soltanto il paesaggio dove poter sfoggiare l`agilita` e la prontezza del viaggiatore capace di cogliere istintivamente l`attimo. soltanto per fokir, il pescatore, i sundarban sono il mondo. a bordo della sua barca, fatta di canne, foglie di bambu` e fragili assi di legno, fokir conosce ogni angolo di quest`universo, e sa che qui non esistono confini tra acqua dolce e salata, fiume e mare, terra e acqua, poiche` quotidianamente le maree penetrano fin dentro le pianure del bengala e foreste e isole intere scompaiono.