il libro e` un colloquio innanzitutto con la vita, attraverso la memoria intesa come `dolcezza e dannazione dei ricordi`, come `sigillo straziante`, stupore dell`infanzia che trabocca di `curiosita` e spavento`, `meraviglia e dolore` del cuore. e` poi colloquio con la morte, nel segno di una speranza naturale che non cede alla desolazione o alla disperazione, se mai e` pervaso da `una malinconia sottile...`. "appunti per un addio" si rivela come un diario e un testamento che ripercorre con profondita` e delicatezza psicologica tutta un`esistenza: minnie alzona sa porsi di fronte alla morte, raccontando in prima persona.
un uomo, un artista in procinto di inaugurare la prossima mostra, cerca sollievo dalla crisi di comunicabilita` col suo mondo, rifugiandosi nell`isola di favignana. e nell`isola, a contatto di una piccola colonia di esuli come lui, ma per ragioni simili e lontanissime come sono le ragioni umane: a sfiorare le loro avventure, scopi, renitenze e sconfitte, illusioni e desideri, si consuma una specie di processo di totale estraniazione, "un`afasia in direzione inversa" che tocca la malattia, forse la morte.
la presenza del cibo non e` stata tanto notata dalla critica letteraria. ora che la cucina e` di moda si presta un`attenzione maggiore a come gli scrittori trattano del cibo, e gli scrittori ci perdono piu` tempo. questo libro e` un esame del modo in cui i libri hanno trattato il cibo. ne escono divertenti conferme: .