

si parla di birra, di rabbia e di amore. della liberta` di essere senza un soldo oppure ricchi sfondati. si parla di pantaloni da acquistare e di lavori domestici, del giusto rossetto e del taglio di capelli piu` adatto, di scarpe, amicizia, aeroporti e ovviamente di amiche, della difficolta` di trovare l`uomo giusto, di viaggi in treno e di televisione. e di tante altre cose. il libro parla di tutto cio` che e` veramente importante nella vita, ma lo fa in modo inedito. c`e` anche una storia, e alcuni personaggi maschili, ma tutto cio` e` abbastanza irrilevante.

Anche nel mondo del cinema, che la voce comune giudicava zona franca, si infiltrarono le spie dell`Ovra e delle altre polizie del regime. Fuori dalle citta` virtuali e dagli scenari verosimili che si costruivano nei teatri di posa, c`era la realta`, dove la gente del cinema viveva combattendo spesso battaglie senza esclusione di colpi. Le spie misuravano dissensi o deviazioni con il loro metro, dalle accuse di attivita` contro il regime, a segnalazioni di comportamenti non conformi o censurabili per scrupolo moralistico. Natalia marino e` giornalista e autrice di documentari cinematografici. Emanuele Valerio Marino, regista, autore teatrale, soggettista e sceneggiatore, e` stato direttore dell`archivio storico fotocinematografico dell`istituto luce.


l`ipotesi che esista una sola psicologia o un solo principio psicologico fondamentale costituisce un`intollerabile tirannia. (jung)






menelao che scopre nella gelosia un mestiere per artisti o ponzio pilato che fa dell`antisemitismo una sua vendetta privata e solitaria, il giudice che indossa delle mutandine da donna per riappropiarsi della propria anima o il colonialista inconsapevole che vuol civilizzare a ogni costo, sono talune delle figure paradigmatiche che popolano un "altrove" fabulatorio, cercatori di quelle identita` che ciascuno di noi va inseguendo e di cui scopre, se la trova, la sconsolata inutilita`. sono racconti-saggio, privi di azioni e ricchi di escogitazioni, di monologhi notturni e di digressioni filosofiche sui minimi sistemi, esercizi di stile che sono dei frammenti di una autoanalisi ininterrotta nel senso del celebre aforisma di buffon: lo stile e` l`uomo.









. nel candore dello sguardo di elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che viola ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza. dopo "il treno dei bambini" e "oliva denaro", "grande meraviglia" completa un`ideale trilogia del novecento. in questo romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l`uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall`altro, per sentire di esistere. elba ha il nome di un fiume del nord: e` stata sua madre a sceglierlo. prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realta` e` un manicomio. poi la madre e` scomparsa e a lei non e` rimasto che crescere, compilando il suo "diario dei malanni di mente", e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici colavolpe e lampadina, dell`infermiera gillette e di nana la cana. del suo universo, insomma, il solo che conosce. almeno finche` un giovane psichiatra, fausto meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, e` quel che prevede la legge basaglia, approvata pochi anni prima. il dottor meraviglia porta elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l`unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai e` stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternita`. con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, viola ardone racconta che l`amore degli altri non dipende mai solo da noi. e questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.

"doc, come faccio a capire se lo/la amo?", "doc, quando ho la certezza che una storia d`amore e` finita?", "doc, ma le farfalle nello stomaco sono un sintomo di ansia?" queste sono solo alcune delle domande che la psicoterapeuta stefania andreoli si e` sentita porre nel suo studio, su instagram nel #martedidelleparole e nelle sue attivita` di divulgazione sulla psicologia e la salute mentale e relazionale. sono domande che parlano di un`incertezza riguardo ai rapporti e ai sentimenti, ma che prima di tutto raccontano la fatica, tutta contemporanea, di aprirsi all`incontro con l`altro e alle emozioni che ci suscita: condizione essenziale perche` da me e te nasca un noi. l`autrice ha scelto ancora una volta di raccogliere la sfida e, partendo dalle storie dei suoi pazienti, con lucidita` ed empatia ha indagato le origini di questi interrogativi: il timore di mettersi in gioco e di lasciarsi vedere davvero, la tendenza a teorizzare l`amore anziche` passarci attraverso, la scelta di evitare il conflitto per non scontentare nessuno, tranne se stessi. questo viaggio nell`amore apre uno sguardo molto piu` ampio sulle fragilita`, le paure e i dubbi della nostra societa`. ed e` una bussola preziosa per tornare a investire nelle relazioni, "veri e unici privilegi": viverle con coraggio, autenticita` e pienezza lungo tutto il loro cammino ci permettera` di arrivare in fondo diversi da come eravamo partiti.