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"l`essere che viene: ne` individuale ne` universale, ma qualunque. singolare, ma senza identita`. definito, ma solo nello spazio vuoto dell`esempio. e, tuttavia, non generico ne` indifferente". cosi` veniva presentata nel 1990 la prima edizione di questo libro. nella "postilla 2001" aggiunta a questa edizione, l`autore non puo` che constatare che cio` che all`inizio era solo un`ipotesi - l`assenza d`opera, la singolarita` qualunque, il "bloom" - e` diventato realta`.

il libro interviene nel dibattito in corso sul federalismo su un tema ben preciso e di grande rilevanza: adottando una forma federale per il servizio sanitario si tratta di aggiornare l`idea di diritto alla salute e di innovare profondamente la teoria di fondo che ha ispirato trent`anni di legislazione sanitaria, della quale per altro l`autore non nega gli aspetti positivi e i buoni risultati. ma di fronte al cambiamento e` necessaria una riforma formale negli ordinamenti e sostanziale nei contenuti.

prendendo a prestito il titolo di un libro precedente dell`autrice, si potrebbe dire che nei "padri lontani" (rievocazione autobiografica) si avverte "un leggero accento straniero" che sottrae il racconto a ogni concessione emotiva per restituirlo oggettivato nella precisione della distanza, del controllo prospettico. sono dunque "lontani", ma per qualita` di stile, la lettonia dove la scrittrice e` nata, il padre ebreo bello e misterioso "come un principe arabo", la madre colta ed elegante, severa con se` e con gli altri, e ancora la sorella, la nonna piemontese e la nuova famiglia che la jarre si costruisce in italia.

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