constant racconta qui i primi vent`anni della propria vita: la nascita, l`educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, sino alla fuga in inghilterra. il narratore non risparmia il sale dell`ironia neppure alla sua persona e ai suoi amori. dal suo beffardo umorismo si salva solo l`amica di sempre, cui sono dirette le bellissime lettere dall`inghilterra che completano il volume.
da "il caso e la necessita`" al "caso e la liberta`". scienziati, psicologi e filosofi pongono l`accento sul valore critico della scelta, della creativita` e della responsabilita` del ricercatore.
"parliamo dell`elefante" (1947) prende in considerazione gli anni tra il 1938 e il 1946. anni cruciali, che ritornano puntualmente in questi "frammenti di un diario" recuperati e riordinati ancora a caldo, in un tumultuoso dopoguerra. appunti, riflessioni, note di lettura, opinioni, incontri, veri e propri piccoli racconti si compongono in una narrazione ove il gusto per la battuta feroce, per l`epigramma assassino, per la definizione fulminante e` al contempo alto esercizio di stile e puntuale testimonianza. personaggi famosi appaiono e scompaiono dalle pagine, ma accanto a loro prendono vita, umili e sofferenti, pigri e meschini, furbi o ingenui, uomini e donne di tutti i giorni in un autentico spaccato della societa` italiana.
romanzo narrato attraverso settantatre incisioni accompagnate da brevi didascalie, "una vita" fu pubblicato nel 1950 dalla casa editrice che leo longanesi (1905-1957) aveva creato nel 1946. in esso si riassumano, trovandovi compiuta espressione, le qualita` di quel vero "enfant terribile" che fu l`autore, il talento multiforme di moralista acre, sferzante, non di rado corrosivo, ma anche anticipatore, attento ai segni della modernita` e - piu` frequentemente di quanto si creda - testimone di una umanita` dolente e fustigatore dal cuore tenero.
nell`atmosfera di giusta attenzione per l`opera di longanesi promossa dalle celebrazioni del centenario della nascita, esce dagli archivi di famiglia per essere dato alle stampe questo volume di acquerelli, una serie di illustrazioni accompagnate da didascalie che narrano la buffa storia di un militare "all`italiana", il generale stivalone. come in quasi tutte le opere di longanesi, anche in questo racconto i testi e le immagini, pur destinati ai piu` piccoli, possiedono una vena d`ironia, stemperata pero` da una certa simpatia, quasi un affetto, per il baffuto generale. non solo ai bambini, ma a tutti dispiacerebbe veder morire sotto il fuoco nemico questo innocuo guerriero cosi` affezionato ai propri stivali!
le sorelle march che fanno dono della loro colazione ai poveri; la giovane patty che si dedica con amore alla famiglia che l`ha adottata, senza ricevere nulla in cambio; la piccola tilly che non ha niente eppure si prende cura di un passerotto infreddolito... sette racconti di generosita` e gentilezza nello spirito piu` nobile e autentico del natale. eta` di lettura: da 8 anni.
parigi negli anni cinquanta era ancora piena di mostri sacri che non immaginavano di essere gli ultimi rappresentanti di una specie leggendaria. ce`line, mauriac, cocteau, jouhandeau, simenon, aron, henry miller, julien green, renoir, queneau, klossowski, robbe-grillet, barthes, erano tutti in giro, disposti alla confidenza e alla polemica. il giovane arbasino li va a trovare e li fa parlare, mettendo insieme una storica galleria di ritratti e incontri in appartamenti sontuosi e miserabili, in case editrici e ricevimenti ufficiali, redazioni di riviste e club notturni, studi cinematografici e parate militari, mostre, universita`, piscine, teatri e il festival di cannes... gli estremi fuochi artificiali del novecento francese.
hector cross non e` un eroe: e` soltanto un uomo. ma quando un uomo come hector cross perde tutto quello che ha, il suo dolore e la sua furia possono essere devastanti. una mano assassina ha spezzato la vita di hazel bannock, la donna che amava e che stava per dargli una figlia. ora hector e` rimasto solo... e come unica compagna ha un`indomabile sete di vendetta e di giustizia. e il momento di riunire la squadra di un tempo, i membri della cross bow security. e il momento di tornare nella terra del nemico, che sia il deserto dell`africa nordorientale o la city di londra. e il momento di combattere qualcuno che hector credeva di aver sconfitto e che, invece, pare aver rialzato la coda velenosa come uno scorpione. ma bastano pochi passi nella follia e nella violenza perche` cross capisca che il nemico ha molte facce. volti nascosti in torbidi segreti di famiglia, che hazel non ha mai avuto il coraggio di confessargli. segreti che forse sono legati al trust della famiglia bannock, un fondo quasi inesauribile di denaro, un accordo nato a fin di bene ma che rischia di innescare un`incontrollabile spirale di crimine e di ingiustizia. hector cross ha una sola certezza: qualcuno e` tornato dal passato per colpire lui e tutto cio` che gli e` caro. qualcuno affamato di potere e di denaro, ebbro di violenza e di perversioni, assetato di sangue.
se i filosofi e oratori della grecia classica sono cittadini della polis, e come tali rappresentanti per eccellenza delle virtu` democratiche, in epoca ellenistica gli intellettuali vengono effigiati come guide spirituali, a volte insieme ai loro allievi, cui insegnano come vivere lontano dai dolori e dalle passioni della vita pubblica. con un lavoro di analisi e raffronto all`interno di un materiale documentario ricco e variegato, l`autore intende offrire una ricostruzione dei contesti sociali, che mostra come i ritratti degli intellettuali, lungi dall`essere tentativi di riproduzione realistica di fisionomie celebri, siano rappresentativi degli universi culturali cui appartengono, riflettendone aspirazioni, ideali, sistemi di valori.
le vecchie zie, tutte maestre, "fusti di quercia, dalle radici ben solide", "custodi dell`ordine classico", "fedeli gendarmi dello stato", e ancor piu` fedeli all`avarizia come "segno di decoro... atto di fede... principio morale... norma pedagogica". romantico fustigatore dei costumi, leo longanesi sapeva benissimo che le vecchie zie, specie in via di estinzione, non ci avrebbero salvato, messe in soffitta come busti impagliati, spodestate dal progresso e da nipoti coi sogni a colori. erano l`emblema di una borghesia dal candore provinciale antica gia` allora (nel 1953), che aveva fatto le ossa al paese e l`aveva tenuto in piedi, che amava le cose solide e ben fatte: longanesi la guarda da lontano, con rispetto e un pizzico di nostalgia.
"l`umanita` intera oggi sta facendo un `esperimento` sui propri limiti di specie. a me pare che sia proprio questa esperienza dei limiti dell`uomo a ridare ai saperi umanistici, dopo decenni di autodichiarata perdita di ruolo, una posizione cruciale nel mondo contemporaneo, altrettanto decisiva di quella che compete alle scienze. piu` che un ruolo e` una sfida, la massima: la possibilita` di riaprire il gioco. la possibilita` di creare strutture di pensiero e di giudizio che funzionino come dei `correttivi` rispetto a quelle che ci stanno portando verso una catastrofe annunciata. la possibilita` di elaborare proiezioni potenti dell`umano dotate di una forza agente e capaci di rimettere in movimento energie da tempo addormentate o paralizzate": con lo stile brillante e provocatorio che caratterizza carla benedetti, questo volume prende in esame alcuni dei fenomeni che secondo l`autrice hanno portato la cultura tutta, quella italiana in particolare, ad avere uno sguardo distruttivo e apocalittico sul mondo. benedetti imputa questo declino all`imperare del linguaggio televisivo, alla scelta di prediligere la quantita` alla qualita` della scrittura, al tono ironico usato anche a sproposito, all`uso dell`anonimato in rete, che cancella ogni responsabilita`. per andare controcorrente e` necessario tornare a pensare la cultura come invenzione e creazione del singolo, come uso di una parola `non convenzionata` che sfugga alle gabbie predisposte dall`odierno ordine del discorso.