
dell`antica civilta` indiana non ci restano ne` piramidi, ne` templi, ne` palazzi: ci resta pero` un monumento ben piu` prezioso, fatto di parole. questo monumento e` il "rgveda" (veda=sapienza, rg=strofa), espressione poetica di veggenti di quasi quattromila anni fa, il piu` antico testo sacro di tutto il mondo indoeuropeo. si tratta di una raccolta di 1028 inni, suddivisa in dieci libri, dedicati alle varie divinita` del pantheon indiano, che contiene invocazioni di aiuto e richieste di protezione, ma anche testi magici, filosofici, in cui gli autori si interrogano sull`origine dell`universo e dell`uomo, i primi embrioni di epica e di teatro.

la piccola naja viene sospinta dalle steppe dell`uzbekistan alla germania del dopoguerra come da un vento fatale. suo padre, ul`an, l`ha affidata all`ufficiale tedesco gunter berger con il quale ha combattuto, insieme a molti altri nomadi convinti di avere uno stesso nemico, la russia di stalin. naja deve integrarsi in una nuova famiglia e in una nuova societa`. la memoria del suo popolo la difende, la protegge ma, quando la vita la incalza, e` capace di lottare, di cambiare, di crescere. alla voce narrante di naja e` affidato il racconto delle sue peripezie di bambina e di donna alla ricerca di un posto nel mondo, ma anche del mitico passato dei tuncia`n, nonche` la memorabile ricostruzione corale della disfatta tedesca in russia.
