
ben poco si saprebbe della civilta` indiana piu` antica se non avesse lasciato un imponente corpus di testi noti con il nome di veda ("conoscenza"), i quali vertono intorno al centro assoluto del pensiero e della vita dell`india arcaica: il sacrificio, un complesso insieme di pratiche rituali descritto e regolamentato instancabilmente, al punto da emergere come una sorta di paradigma universale capace di riflettere ogni aspetto del mondo e della vita. in questo libro heesterman indaga le origini del sacrificio vedico, e si sforza di spingere lo sguardo al di la` dell`immagine levigata che di esso presentano gli antichi teorici indiani, sia mediante il confronto con altre tradizioni religiose sia attraverso la ricerca nei testi vedici di incongruenze e tensioni capaci di far intravedere una realta` piu` antica. riaffiora cosi` un mondo guerriero, violento e competitivo, in cui il "gioco" del sacrificio era intimamente connesso al "dilemma della vita e della morte". in seguito questo mondo fu spezzato, e all`agone sacrificale venne sostituito, attraverso lo sforzo reinterpretativo degli antichi esegeti vedici, il rituale classico, che vede come protagonista un sacrificante individuale privo di contendenti. heesterman individua nel sacrificio quattro elementi costitutivi: l`uccisione, la distruzione, il banchetto e l`agone.

"la schiena curva sul remo, ascoltavo le onde contro la prua ed il vento che spesso mutava, ora libeccio ora maestrale e qualche volta grecale, dalla grecia, dalla cara grecia, sempre lasciata con inutili pianti, perche` i marinai non sentivano ragione ed un po` di olio ed un po` di farina e naturalmente un po` di schiave, dovevano pur imbarcarle. per me era il secondo viaggio, con le altre e con gli altri che sul mare di giorno erano tutti legati ad una sorte e di sera, invece, alle prime stelle, scendendo a riva per la notte, chi comandava, chi obbediva e chi faceva servizi per tutti..."





che cos`e` il carisma? qual e` il rapporto tra il leader e le persone comuni? quali sono i capi carismatici apparsi nella storia?


"insomma, quel mattino di novembre, mentre andavo a zonzo nel vuoto da non so quanto tempo, succede che io incontro questo tale. e vi posso dire che, accidenti, se prendevo a destra anziche` a sinistra non lo avrei incontrato. quindi? quindi tutto questo deve pur significare qualcosa. ho preso a sinistra ed e` stato tutto quel che e` stato, questa benedetta storia che adesso vi racconto". e da qui che prende avvio il romanzo, per trascinarci presto in un altrove abitato da asini, libri, funamboli, macinini da caffe`, poeti, scollatori di francobolli e altre mirabolanti creature. e poi c`e` guglielmo, un ragazzino che scrive delle lettere sgangherate e bellissime da cui emerge a poco a poco la sua storia. e c`e` qualcuno, raimond, che raccoglie quelle parole e le trasforma in un`azione. perche` cio` che e` vecchio, desueto, ai margini, eccentrico, puo` essere mosso da un`energia misteriosa e seguire strade poco battute, dove l`utile e l`inutile sanno ribaltarsi l`uno nell`altro e diventare, forse, una sostanza nuova.



arturo ha quattordici anni, abita in america, in uno sperduto paesino sulle montagne, possiede una slitta. per il resto avrebbe preferito chiamarsi john, e di cognome, invece che bandini, jones. la madre e il padre sono italiani immigrati, ma lui avrebbe preferito essere americano. poi c`e` nonna toscana, che considera il genero svevo, padre di arturo, un fallito, e la figlia maria una povera pazza perche` l`ha sposato. una famiglia non solo povera: proprio fatta di poverta`. con questo volume prosegue, dopo "chiedi alla polvere", "la confraternita dell`uva" e "sogni di bunker hill", la ripubblicazione einaudiana delle opere di john fante. introduzione di niccolo` ammaniti.



la prima cantonata che distruggo e` quella fissazione in base alla quale giuseppe il fosse per mozart mecenate e protettore invece che l`autore della sua rovina sociale. un lettore quale alberto martioli l`ha subito riconosciuto, in queste pagine, "vittima del demente progressismo radical chic dell`imperatore uscito da una famiglia di mediocri come gli absburgo". seconda cantonata che don giovanni fosse un anticipo romantico d`amore e morte, mentre si rivela un segretissimo plagio di lorenzo da ponte. la terza cantonata e` il cumulo di menzogne e spazzature accumulate in due secoli sulla clemenza di tito. l`ultima cantonata e` colossale e riguarda il cumulo di menzogne e sconcezze sul requiem.




