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storicamente, e` sempre stata l`arte a raccontare l`identita` dell`italia: monumenti, palazzi, piazze, chiese e pale d`altare hanno contribuito a definire l`immagine del bel paese, creando un territorio unico al mondo. nel xx secolo, pero`, il circolo virtuoso si e` spezzato e dal secondo dopoguerra il paese ha smesso di credere nell`arte come veicolo di identita`. puo` l`italia del terzo millennio permettersi questa rinuncia? o e` invece auspicabile che si riattivi quel processo, interrotto ormai da settant`anni? ludovico pratesi, insieme a simone ciglia e chiara pirozzi, tenta di rispondere a queste domande ripercorrendo l`arte italiana dal trecento al novecento per esaminare il valore identitario di alcuni grandi capolavori, dagli affreschi dei lorenzetti nel palazzo pubblico di siena al vittoriano. l`analisi si sposta quindi sull`arte del ventennio fascista, per poi concentrarsi sui due movimenti artistici italiani di maggiore rilevanza internazionale nel secondo novecento, l`arte povera e la transavanguardia. arte come identita` e` un incoraggiamento ad affrontare il futuro con sguardo sereno e lungimirante.






"scrivo le cose che vedo, le cose che ho visto, le cose che spero di vedere, da qualche parte, in un posto lontano". sono parole di woody guthrie (1912-1967), compositore, scrittore, musicista e prima icona americana della canzone di protesta. nick hayes, appassionato cultore della sua musica, ne ricostruisce la vita e la vocazione: dall`infanzia difficile, segnata da lutti e tragedie familiari, ai lunghi anni di vagabondaggio, nei quali impara a conoscere sulla sua pelle il peso della poverta` e dell`ingiustizia sociale, all`affermazione sulla scena folk, alla fama crescente, culminata, nel 1940, con il successo di "this land is your land", secondo alcuni la piu` grande canzone americana di ogni tempo. e attraverso guthrie - con una prosa piena di lirismo e un tratto inconfondibile - hayes racconta un paese travolto dalla piu` grande crisi economica della storia ma capace di risollevarsi dalle proprie ceneri grazie alla forza della solidarieta` e della condivisione. prefazione di francesco de gregori.








non e` un libro di fotografia ma sulla fotografia, affrontata secondo gli aspetti tecnici, culturali, filosofici, emozionali e come custode della memoria.

"un romanzo sulla liberta` che non ha mai esaurito il suo potere sovversivo, perche` la liberta` di cui parla la wharton non e` affatto legata alla societa`, ormai tramontata, che lei racconta. ellen olenska, rarissimo esempio di un grande personaggio femminile positivo, ci insegna che la vera liberta` e` la consapevolezza e si conquista attraverso la capacita` di guardare le cose come sono. l`amaro che ne consegue e` senza tempo." caterina bonvicini
esiste una fabbrica invisibile e potente dell`universale letterario, una repubblica mondiale delle lettere dotata di un suo meridiano di greenwich, sul quale si misura la novita` e la modernita` delle opere. ma questo paese della letteratura non e` l`isola incantata delle forme pure, dove talento e creativita` si esprimono liberamente. pascale casanova, tracciandone la storia e descrivendone la struttura, mette in luce un universo letterario diseguale e gerarchico fatto di rapporti di forza, uno spazio in cui gli scrittori piu` svantaggiati dal punto di vista letterario sono sottoposti a una violenza invisibile ma costante. la storia raccontata in questo libro e` quella dei ribelli e rivoluzionari che, attraverso la creazione di nuove forme, sono riusciti a inventare la loro liberta`, ottenuta al prezzo di una dura lotta contro una forma di dominio che e`, insieme, letteraria e politica. questa e` la prima traduzione italiana di un classico della critica contemporanea: un contributo fondamentale che, per la sua novita` teorico-metodologica e per gli accesi dibattiti che ha saputo suscitare, e` divenuto un punto di riferimento indispensabile per la comparatistica e la storia della letteratura mondiale. come osserva franco moretti: "ogni tanto, ma di rado, esce un libro che cambia il modo in cui una disciplina lavora. trent`anni fa, quello di `letteratura mondiale` era un concetto da museo, scomparso dal dibattito critico; oggi ne e` al centro, e il merito e` del libro che avete tra le mani". postfazione di franco moretti.