
"print the legend": e` un giornalista a pronunciare queste parole in l`uomo che uccise liberty valance, ma e` uno dei maestri del cinema, john ford, che gliele affida. in questa battuta e` rinchiuso tutto il senso e il legame che unisce il cinema al giornalismo. "print", stampa, atto che conclude il processo di entrambi, e "leggenda", cioe` quel raccontare storie che e` uno dei fattori piu` importanti di costruzione dell`identita` di ciascun individuo e della comunita` in cui viviamo. in questo libro le relazioni tra cinema e giornalismo sono indagate da molteplici punti di vista: dai grandi film degli anni cinquanta a quarto potere, dal cinema della realta` di kiarostami alla rinascita del film inchiesta di michael moore.


"aprendo questo volume" scrive margherita pieracci harwell "si ritrovera` la campo che conosciamo ... ma anche una affascinante figura nuova, di cui brilla a tratti la giocosita` - che a detta di tutti ne iridava la conversazione, ma fin qui non avevamo visto trapassare nella scrittura - o d`improvviso scoppietta la maliziosa civetteria ... sono la voce, queste lettere, di una limpida, calda, forte amicizia, prezioso residuo salvato all`estinguersi della gran fiamma di un amore che aveva formato e tormentato chi le scrive nell`arduo passaggio dall`adolescenza all`eta` illuminata dal sole al suo zenit". cristina campo e leone traverso (insigne grecista e germanista) avevano formato per anni "una coppia perfetta" - lui dotato di fascino, non solo intellettuale, lei di bellezza e di grazia - al centro di quella cerchia di scrittori fiorentini di cui nel dopoguerra facevano parte, fra gli altri, tommaso landolfi e mario luzi. poi il rapporto si era incrinato, per chiudersi definitivamente nel 1956: troppo diversi, e lontani, il "rigore di spada" che contraddistingueva cristina e la "mollezza veneta" che le sembrava di scorgere in lui. tuttavia, a legare cristina e leone (a cui lei stessa aveva dato il soprannome di bul) fu ancora per lungo tempo - e ne testimonia questa corrispondenza - una duratura comunione di gusti e di disgusti, la passione per la perfezione dello stile, e soprattutto la fedelta` profonda a una certa idea, alta ed esigente, della letteratura.









"canta, musa divina, l?ira di achille figlio di peleo, l?ira rovinosa che porto ai greci infiniti dolori, e mando sottoterra all?ade molte anime forti d?eroi, e li lascio in preda ai cani ed a tutti gli uccelli: cosi si compiva il volere di zeus - da quando si divisero, in lite l?uno con l?altro, il figlio di atreo, capo d?eserciti, e il nobile achille". gli ultimi cinquantuno giorni della sanguinosa guerra di troia nel poema epico piu antico e famoso della civilta occidentale, ancora oggi ineguagliato nel mettere in scena l?ineluttabile ambiguita della natura umana, eroica e allo stesso tempo fragile. l?"iliade" viene qui presentata nella traduzione di guido paduano, fedele allo stile omerico e dal ritmo incalzante, che permette al lettore di cogliere il senso unitario e la forza di un?opera immortale. traduzione e saggio critico di guido paduano. introduzione e note di francesco morosi.