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forse mai come in questo libro del 1953 landolfi si e` azzardato a parlare di se stesso. e naturalmente non poteva farlo che nel modo piu` paradossale, alternando e mescolando la confessione da romanzo russo, la provocazione e la mistificazione. il risultato e` il ritratto di un personaggio, pronto a tutto "pur di non vivere", e disposto a trovare fugaci compromessi per attraversare le lande della noia solo se aiutato dalle complici potenze delle donne e del gioco. potenze soccorrevoli che presto si riveleranno persecutorie e riattizzeranno il desiderio di una perenne fuga.

"verbale" e` il rendiconto di una nuova tappa verso quella sua laica "noche oscura" dove principio e fine (agostinianamente) s`incontrano e si confondono, in un reciproco scambio di ruoli e di identita` e a dispetto di ogni tentazione consolatoria. ranchetti esorcizza ogni atteggiamento retorico (l`invocarla come il temerla) verso quella nostra finale e fatale me`ta che un grande etnologo come ernesto de martino definiva "crisi della presenza". e del resto "io come il ragno tesse/ la sua tela traendola/ da se` da se` ed essa/ e` per lui nido territorio e arma e per altri morte/ cosi` cio` che da me/ proviene e` solo/ altra forma del corpo/ e della mente nella crescita/ del puro delirio".

un`opera diventata un punto di riferimento imprescindibile, uno dei piu` grandi critici del novecento ci accompagna all`origine della nostra letteratura: con la capacita` di analisi e lo stile unico che lo contraddistinguono, gianfranco contini esamina le fondamentali trasformazioni portate alla lingua e alla letteratura italiana dalle "tre corone" dante, petrarca e boccaccio, indaga il ruolo cruciale rivestito da scuole e autori "minori" nel diffondere un nuovo linguaggio poetico ed evidenzia le peculiarita` di opere nate in un contesto linguistico-culturale irripetibile, caratterizzato dall`incontro tra latino e volgari regionali. attraverso un`accurata scelta di testi, contini ci restituisce per intero il fascino e la grandezza di decenni ancora oggi considerati tra i piu` fulgidi nella storia poetica dell`umanita`, e mostra perche` il duecento costituisce davvero "il secolo incomparabilmente piu` importante delle nostre lettere".

la casa della famiglia maselli in via sardegna era un luogo di incontro per intellettuali e artisti. nel suo salotto si riunivano emilio cecchi e silvio d`amico, alberto savinio, corrado alvaro e massimo bontempelli. e in questo ambiente che comincia l`intensa esperienza artistica di titina: una ricerca in cui l`istinto creativo si misura costantemente con la consapevolezza intellettuale. il libro ne segue tutte le fasi - il matrimonio con toti scialoja, gli esordi alla fine degli anni quaranta, il fondamentale soggiorno a new york, il ritorno a roma e il trasferimento a parigi - e ne analizza affinita` e influenze, dalla scuola romana al futurismo fino alla pop art. nel corso della sua vita, titina maselli ha lavorato con i piu` importanti registi teatrali, occupandosi delle scenografie e dei costumi, senza mai abbandonare la pittura. i grattacieli, la folla urlante per una competizione sportiva, i fili elettrici nel cielo notturno, le insegne al neon che illuminano la citta`, i calciatori, i boxeurs: attraverso le immagini di una metropoli moderna e al tempo stesso atavica, titina ha raccontato la realta`. questa monografia ci restituisce l`unicita` del suo sguardo attraverso materiale bibliografico e interviste inedite a critici, scrittori e artisti. tra questi, citto maselli, antonio debenedetti, carlo cecchi, elisabetta rasy, ginevra bompiani, ruggero savinio, piero guccione, iaia forte e molti altri.

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