


Introspettiva e notturna, Marissa Nadler non è una songwriter comune. In questo nuovo album incontra il produttore Randall Dunn (Earth, Sunn O) e muta leggermente il suono. Molto lodata in patria, Marissa si differenzia da qualunque altra songwriter, americana e non.

Seth Avett, il maggiore dei fratelli, e la cantante Jessica Lea Mayfield uniscono le forze per un disco inatteso: un tributo allo scomparso Elliot Smith. Un atto d'amore, verso un cantautore molto cultizzato, ma ignorato dal grande pubblico. Seguendo una propria estetica folk i due ragazzi del Sud giocano molto sulle armonie vocali, seguendo i dettami di Gillian Welch e David Rawlings, e rileggono le ballate di Smith in modo scarno ma con indubbia personalità.

C'è voluto un pò di tempo perchè la band di Villy Vlautin ( ex Richmond Fontaine ) facesse il secondo disco. Infatti la vocalist Amy Boone aveva avuto un incidente abbastanza grave ( è stata investita da un'automobile ed ha avuto ben nove operazioni, prima di essere in grado di tornare ad incidere) e questo ha ritardato l'uscita del disco. La band, composta da Valutin e Boone, annovera anche Jenny Conlee dei Decemberists, Sean Oldham dei Richmond Fontaine, Tucker Jackson dei Minus 5. Come l'iniziale Colfax, anche The Imperial è dominato da atmosfere notturne, molto particolari. Musica intrigante, molto personale, menp Americana e più cuntry soul, rispetto all'esordio. E poi la scrittura di Vlautin è abbastanza unica e dà al disco una forza interiore non comune.