

learco ferrari e` un aspirante scrittore, esperto di russo, magazziniere precario, trombettista nel gruppo dei bogoncelli, uno qualunque, e e` anche quello che e` stato appena lasciato da bassotuba, che se n`e` andata con un sociologo allievo di vattimo. "io sono quello che non ce la faccio", dice di se`. esce con un`altra ragazza, scrive, parla con il suo angelo custode, consola il gatto che sente la mancanza di bassotuba, cerca di sopravvivere sino a che, alla fine, non gli cade in testa la morte. partendo dalle vicende minuscole che capitano a learco ferrari, paolo nori scrive una storia emblematica nella quale, inseguendo i particolari apparentemente insignificanti della quotidianita`, con il suo stile inconfondibile, che riproduce il ritmo, la cadenza e le divagazioni del parlato, traccia il destino di una generazione, quella rimasta ai margini della societa`.

nei tre libri del "de bello civili", cesare racconta la guerra che devasto` lo stato romano tra il 49 e il 48 a.c., dal passaggio del rubicone fino alla tragica morte di pompeo. gia` cicerone pensava che nessuno meglio di cesare potesse scrivere la storia delle sue guerre. in effetti la sua prosa tersa, concisa ed efficace, priva di retorica e pregna di chiarezza di giudizio, ha contribuito non poco alla costruzione del mito di giulio cesare. suo intento principale era quello di dimostrare come fosse stato forzato a ricorrere alle armi dagli avversari che, privandolo del potere nel 49, lo avevano di fatto esposto alle vendette dei nemici.


