con il titolo "la cenere e il niente. scritti per varlin" si viene quasi a presentareun trittico novecentesco, consequenziale di giovanni testori sull`arte del novecento, accanto ai due libri precedenti: "la cenere e il volto. scritti sulla pittura del novecento", "la cenere e la carne. scritti sulla scultura del novecento" (con prefazione di vittorio sgarbi). un viaggio psichico, tematico, espressivo nell`arte del novecento dove la scrittura e` accadimento vissuto, evento nella dialettica senza fine della luce e dell`ombra. luogo e non luogo di questi testi testoriani e` bondo (canton grigioni - svizzera) dove la pittura di varlin arriva a una "grande deflagrazione", ultima soglia, congedo. nella scena oggettuale, incorporea, giovanni testori ama richiamare la grande triade in figura: l`indicibile interiorizzazione di giacometti, la tragica immanenza di bacon, la sconfinata lingua del corpo di varlin.

la musica e` innanzitutto un`arte uditiva e la psicoanalisi amplia in modo significativo la comprensione dell`ascolto come processo neuro-psico-fisico che si distingue da tutte le altre esperienze sensoriali nella costruzione dell`esperienza interna. la musica, pertanto, puo` essere concepita come modalita` di comunicazione simbolica di aspetti della vita mentale che nel tempo utilizzano forme sonore; il nesso fondamentale, quindi, tra musica e psicoanalisi e` l`interpretazione del significato a partire dal suono.