un bicchiere di vino rosso gettato in pieno viso durante una festa - un`onta immotivata eppure avvertita come ineluttabile - e` la scintilla che innesca un viaggio a ritroso nella vita di stefan vogel. nato e cresciuto nella germania est pre-perestrojka, stefan accetta di avvallare e perpetrare la bugia materna di se` come poeta d`avangurdia sperando di farne uno strumento di riscatto sociale e di fuga verso il luogo che solo incarna ogni aspettativa e ambizione: gli stati uniti d`america. la via imboccata, che dal plagio quasi naif giunge fino al vile tradimento, in un percorso di costante autodregadazione, sembrerebbe condurlo alla meta. ma non basta un oceano a fermare le menzogne ormai sbrigliate. ne` una vita a espiarle. il sogno americano e il suo fallimento acquisiscono in questa rivisitazione inedita lucentezza, grazie a una scrittura elegante e misurata idonea a esprimere tanto i dissidi interiori di un antieroe ambiguo e fragile, quanto il ritmo incalzante di un plot fitto e ben congeniato.
la sterilita` del nostro mondo raccontata attraverso la porta stretta del corpo femminile, ordigno misteriosamente perfetto, luogo sovrano della forza creatrice. tre donne e tre diverse eta` della vita. mariu` che a diciotto anni non si e` ancora resa conto di essere una donna e si ritrova rocambolescamente incinta, contro tutto e contro tutti. erina che di figli non vuol nemmeno sentir parlare, che vive il sesso come pura esigenza fisiologica e il suo corpo come nemico sempre in agguato. rachele che cura i corpi delle donne, che ricorda tutti i bambini che ha fatto nascere, mentre l`unico figlio che non ha mai visto la luce e` il suo. il racconto del viaggio di queste donne attraverso il paese del loro corpo, fa scivolare il lettore verso un finale a sorpresa.