

djerba e` un`isola del mediterraneo di fronte alla tunisia. sull`isola c`e` un albergo, dove rimangono intrappolati per qualche tempo alcuni viaggiatori. un vecchio medico italiano ossessionato dalla propria digestione, un fotografo newyorkese incapace di dire la verita` e i suoi assistenti, due gemelli figli di una bottegaia chiacchierona e infine il professor fabre, che ama i ragazzi in maniera inquieta, febbrile. il nodo del destino che li tiene prigionieri ha la forma di un corpo martoriato. qualcuno e` stato ucciso e saranno necessarie delle indagini.




"vivetela bene la vostra piccola vita perche` e` la sola e quindi immensa ricchezza di cui disponete. non dilapidatela, non difendetela con avarizia, non gettatela via oltre l`ostacolo. vivetela con intensa passione, con speranza e allegria". "scuote l`anima mia eros" nasce cosi, dalla passione, sotto il segno di una mercurialita` creativa che rincorre l`intensita` folgorante e variabile dei pensieri. eugenio scalfari ha sempre cercato di farsi attraversare dalla luce della razionalita`, senza tuttavia nascondersi che la conoscenza e il sapere hanno il loro fondo oscuro nella malinconia ("io sono stato un mercuriale che sognava d`essere un saturnino"). oggi sente di aver raggiunto quello spazio immobile, quel tempo sospeso che gli permette di accogliere dentro di se` le cose del mondo "invece di invaderle e possederle". sa di potersi abbandonare liberamente alla propria vita emotiva senza rischiare di cedere alla tristezza e alla solitudine: la malinconia sara` pure un bagno di luce crepuscolare che accompagna ogni percezione, ma e` anche una consolazione dell`esistenza che puo` permettersi solo chi ha vissuto e vive ogni momento "con intensa passione, con speranza e allegria".

