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	di solito sono gli dei che fulminano gli uomini. in questo libro, invece, abbiamo un filosofo che fulmina gli dei, al plurale come al singolare. e non e` detto che le sue saette siano meno micidiali di quelle celesti. e se nietzsche, con l`enfasi abituale, proclama la morte di dio, schopenhauer, ora con il suo sarcasmo ora con la sua logica implacabile, quel dio lo uccide davvero, togliendo qualsiasi validita` teoretica al teismo. questi scritti, alcuni dei quali ancora inediti per il lettore italiano, sono il migliore antidoto contro il rigurgito pauroso di fideismo e di superstizione, ma servono anche per smoccolare e intonacare la filosofia, sulla quale i ciarlatani hanno sparso una coltre di fumo che non le appartiene.
 
	 
	 
	questo volume presenta tre inediti teatrali di carlo gozzi tra i piu` rilevanti: una commedia che si colloca molto al di qua della cronologia teatrale nota e una piccola "farsa" in un atto, accompagnata da un prologo metateatrale, in cui e` direttamente messa in scena la compagnia di antonio sacchi. il primo testo - "le gare teatrali" - precede di dieci anni il suo debutto come drammaturgo. disperde, anzi, i tratti leggendari che circondano l`andata in scena, la sera del 25 gennaio 1761, de "l`amore delle tre melarance" al teatro san samuele, e che, per volonta` d`autore, narrano l`avvio della sua lunga carriera teatrale da una scommessa e da una casuale risoluzione per la scrittura scenica. il testo mostra, viceversa, un gozzi che anni prima trasforma in commedia la rivalita` commerciale tra goldoni e chiari, gia` intenzionato a prendervi parte come terzo incomodo e gia` desideroso di unire le proprie sorti a quelle della compagnia sacchi. una breve agnizione ricongiunge "la cena mal apparecchiata a le convulsioni", una farsa veneziana a uno spaccato della vita di una compagnia comica, ormai nel 1763, quando gozzi rimane sostanzialmente il solo "autore" di qualche rilievo presente sulla piazza teatrale veneziana.
 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	dafni e cloe porta ai massimi vertici l`esperienza del romanzo greco, affrancandolo dal peso degli elementi tradizionali. al lettore contemporaneo il testo puo` apparire niente di piu` che una raffinata variazione sul tema del romanzo pastorale in cui l`ostentazione degli ingenui sentimenti di una coppia di pastori risulta, spesso, troppo artificiosa per essere credibile. in realta` longo sofista spicca per la padronanza divertita di ornamenti e astuzie retoriche per i quali e` divenuto un modello molto seguito, esercitando una duratura influenza nel corso della storia letteraria e artistica.
