se, a sentire wagner, "poeta e` colui che conosce l`inconscio", una qualche poeticita` di secondo grado compete anche ai medici e agli intellettuali che nella vienna di inizio secolo facevano gruppo, il mercoledi` sera, attorno al "professor freud". dai verbali di quegli incontri risulta che il dibattito sulle opere d`arte e sui loro autori era tutt`altro che episodico o sottomesso a pure esigenze applicative di teorie e concetti psicoanalitici in via di definizione. l`autore ha portato alla luce, scegliendo e ordinando dalla massa dei materiali editi, un libro che era rimasto a lungo seminascosto e quasi crittografato.
nel 1907 picasso finisce di dipingere le demoiselles d`avignon. il famoso critico louis vauxcelles, ironizzando sui volti "a cubi" dipinti sulla grande tela, insinua che lo spagnolo ha guardato con troppa intensita` alcune maschere africane che in quegli anni gia` circolavano a parigi, soprattutto negli atelier degli artisti: viene subito stabilita un`associazione forte, acritica, fra la prima opera del cubismo e l`arte etnografica. molti anni dopo, questa stessa associazione viene fatta propria da william rubin, che nel 1984 cura, per il museum of modem art di new york, l`esposizione primitivism in 20th century art: al visitatore vengono proposte una serie di opere di picasso, matisse, klee, epstein, che, messe accanto a oggetti etnografici dell`africa, dell`oceania e delle americhe, suggeriscono un appiattimento delle prime su quest`ultimi, come se fossero un loro rifacimento, una sorta di pastiche esotico. associazione-interpretazione che ancora oggi continua a influenzare buona parte della critica che indaga sui rapporti fra "arte etnografica" e "arte contemporanea". l`autore di questo saggio respinge tale interpretazione e, in base alle sue ricerche sul terreno mirate all`individuazione delle ragioni estetiche che spingono un creatore di immagini a costruire determinate forme espressive, verbali e non verbali, dimostra che proprio in un dato meccanismo mentale escogitato per comporre tali forme va cercato il motivo dello sguardo gettato da picasso su alcuni oggetti etnografici.
"il romanzo di max frisch, il mio nome sia gantenbein, inizia con la morte, accidentale, di felix enderlin, che risultera` poi l`alter ego del protagonista principale, theo gantenbein. lo si immagina cieco, ma potrebbe essere una sua astuzia per sorvegliare la moglie lilla, con la quale ha un rapporto difficile. intorno a lilla si muove anche svoboda, il primo marito; mentre gantenbein frequenta volentieri camilla, una manicure servizievole, alla quale racconta storie sempre diverse, fino all`ultima, macabra, di un cadavere ripescato nella limmat." roberto fertonani
dopo la traduzione fortemente interpretativa di franco fortini, ecco una versione integrale dell`opera poetica, pubblicata postuma, di proust, che mira a restituire la musicalita` del testo e a reintegrare in italiano le assonanze con la ricerca.
e l`inizio del 2020 e in citta` giunge notizia di un nuovo virus potenzialmente letale. a new york i casi sono ancora sporadici e la gente, la scrittrice lucy barton fra loro, si aggrappa alla vita di sempre. ma non william. william, il primo marito di lucy, e` un uomo di scienza, e la intuisce da subito, la catastrofe che sembra spazzar via la vita conosciuta; la grande paura che annienta le certezze e scuote le relazioni. anche quella antica di due vecchi coniugi che credevano di aver esaurito le sorprese. ancora una volta tocca far appello all`amore, alle sue forme strane e imperfette, per far si` che il comune dolore anziche` allontanare unisca. per salvarsi la vita. la scrittrice lucy barton non ha mai cancellato un tour promozionale in vita sua. eppure, quasi senza saperne la ragione, quel tour in europa, previsto per i primi mesi del 2020, l`ha disdetto. . e william, lo scienziato william, il primo marito di lucy, da poco reduce dal fallimento del suo terzo matrimonio e dal rifiuto di una sorellastra che non lo vuole incontrare, a passare all`azione per primo: lucy ha poche ore per preparare un bagaglio essenziale, chiudere casa e partire con lui alla volta di una casetta in affitto sulle coste del maine. anche le loro figlie, chrissy e becka, e i rispettivi mariti dovranno raggiungere luoghi piu` protetti. l`imperativo per tutti, nei piani di william, e` lasciare la citta`, con il suo brulicare di vita e pericoli, e mettersi al riparo. pur incredula e sgomenta, lucy accetta di seguire l`ex marito a crosby, maine. per loro inizia cosi` la routine interminabile di una quotidianita` dilatata nella ripetizione di piccoli gesti sempre uguali a se stessi che la pandemia ha caricato di senso; una routine ammanettata all`assenza di vita - - eppure preziosa perche` garanzia della prosecuzione. e