Nuova roots rock band, prodotta da Lou Whitney.
la voce degli ebrei-tedeschi trova ora spazio adeguato anche nell`ambito delle scienze della formazione dell`uomo e invita a una rivalutazione dell`umano, letta attraverso una categoria propria della tradizione umanistica (la "bildung"), di fronte al nichilismo della modernita`. il volume propone i piu` importanti interventi articolati nel novecento degli ebrei di lingua tedesca a proposito del concetto di formazione dell`uomo. si tratta di un`opera fondamentale, con testi di th. w. adorno, h. arendt, w. benjamin, m. buber, e. cassirer, m. horkheimer, s. kracauer, k. lowith, g.l. mosse, m. scheler, g. simmel, e. stein.
sarao takase, scrittore giapponese che ha vissuto a lungo in america, muore suicida lasciando due figli gemelli, il maschio otohiko e la femmina saki, e il manoscritto di un libro incompiuto dal titolo n.p. (che sta per `north point`, il titolo di una vecchia canzone). pubblicato con solo 97 dei 100 racconti previsti, il libro diventa un bestseller negli stati uniti. una giovane giapponese, kazami, viene in possesso del novantottesimo racconto, inedito, alla cui traduzione stava lavorando il suo amante, shooji, anche lui morto suicida, e che narra la storia di una passione erotica tra padre e figlia. kazami incontra i due gemelli e trova otohiko coinvolto in una tormentata storia d`amore con sui, che scoprira` essere non solo figlia illegittima dello scrittore suicida ma anche sua amante. kazami viene risucchiata completamente nel loro mondo, il mondo di `n.p.`, per tutta un`estate, che e` il tempo reale in cui si svolge la storia. dopo alterne vicende, kazami scopre anche l`esistenza del racconto n?99 in cui takase rappresenta l`altra faccia della sua realta`, l`aspirazione verso la normalita` e l`eterodossia. ormai manca solo il racconto n?100. ed e` soltanto quando tutti i destini si sono compiuti e il cerchio si chiude che il libro apparira` scritto fino in fondo: n.p. di banana yoshimoto e` il racconto n?100 che takase non aveva fatto in tempo a scrivere...
a tel kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del negev, abitano noa e theo. dopo sette anni di felice convivenza, sono in una fase stagnante del loro rapporto. theo, urbanista sessantenne di successo, appare sempre piu` introverso e sembra aver perso energia, voglia di fare e di mettersi in gioco. noa, frenetica professoressa di lettere di quindici anni piu` giovane che insegna nella scuola locale, e` sempre alla ricerca di nuovi traguardi e nuove sfide. in seguito alla morte di uno degli studenti di noa, le viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. aiutata da muki, agente immobiliare, da linda, una timida divorziata, e da lumir, un pensionato, noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l`opposizione di tutta la cittadina che teme che un simile centro possa portare droga e criminalita`. non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l`aiuto di theo, e lui non vuole interferire se non e` richiesto. se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall`altro dimostra lo struggente affetto, l`infinita tenerezza e il profondo amore che ancora li lega. la storia e` narrata dai due protagonisti in prima persona. un libro che esplora l`animo umano, che racconta la realta` quotidiana di una comunita` lontana da tel aviv o gerusalemme, protetta da filo spinato e guardie, che cerca di vivere una vita normale come qualsiasi altra cittadina del mondo.
quarantatre` e` un romanzo articolato in sette capitoli, che prendono ciascuno il titolo da una ricetta di cucina. la protagonista si rivolge alla madre, morta piu` di trent`anni prima, quando lei era ancora bambina, e le racconta la propria vita, secondo una scansione cronologica che diventa pero` anche scansione tematica, segnata appunto dalle ricette che rappresentano gli snodi cruciali di un`esistenza. il colloquio con la madre diventa un percorso alla ricerca di se` in un dialogo continuo tra identificazione e affrancamento dalla figura materna. ma e` anche una sorprendente analisi di come i ricordi si modifichino nel tempo adeguandosi ai nostri bisogni. solo dopo aver raggiunto e superato l`eta` che aveva la madre al momento della morte, quarantatre` anni, la protagonista riesce a sentirsi davvero autonoma e capisce che il modo piu` giusto e piu` bello per ricordarla consiste nel considerare la madre sua pari, una donna adulta come lei, una figura forte, impossibile da dimenticare, il cuore della famiglia, il nucleo da cui prende vita il senso delle cose.
"io non so chi sei", nove storie di amore omosessuale. i personaggi di pastore si muovono tra solitudini (come nel racconto "filippo", in cui una madre si confronta con il tempo che passa), scelte decisive (succede in "`u piscicani" dove in una nevosa notte natalizia bisogna decidere da che parte stare), lutti (nello straziante e lucidissimo "ghost whisperer"), storie ironiche e divertenti (come nel caso del racconto "finocchi"), ipocrisie famigliari (nel racconto "manca il latte" un uomo e` alle prese con la propria identita`), ricerca di se` stessi (in "serpenti" il protagonista cerca in tutti i modi di trovare una risposta a cio` che di risposte non ha bisogno). ma "io non so chi sei" e` anche un libro che si confronta con la societa` e i suoi pregiudizi, e lo fa soprattutto con l`ultimo racconto, "io sono tommaso"; nel frastuono di denunce urlate, di violenze mediatiche e non, di falsi e veri moralismi, giancarlo pastore mantiene l`equilibrio e scende nell`animo mostrando in tutta la sua vulnerabilita` e durezza un mondo spesso interpretato per stereotipi.
