



attingendo a conversazioni private, testimonianze di amici, aneddoti, documenti, e senza mai perdere di vista lo sfondo storico, due delle migliori firme del giornalismo colto polacco raccontano la vita di wislawa szymborska. la sua figura si illumina cosi`, in questa biografia polifonica, di una quantita` di dettagli insospettati, rivelando il pensiero che sta all`origine di molte composizioni. e facendo emergere in piena luce una personalita` in cui ritroviamo la stessa eleganza, la stessa leggerezza, la stessa ironia, che improntano la sua inconfondibile, amatissima poesia: come ha scritto zagajewski, "a volte mi sembrava che fosse uscita per un momento da un salotto della parigi del xviii secolo".



marina cvetaeva conobbe l`attrice sof`ja (sonecka) gollidej - il suo - alle soglie del 1919, il degli anni postrivoluzionari, quando in una mosca misera e affamata : gli attori allievi del secondo studio presso il teatro d`arte. ventidue anni - ma con l`aspetto di una ragazza-bambina -, elfo, mignon, infanta, sonecka, che aveva allora grande successo nelle di dostoevskij, era capricciosa, sentimentale, indisciplinata, instancabile raccontatrice di sciocchezze, sogni, deliziose storielle, con un debole per le , i diminutivi, le romanze strappalacrime da cui sembrava lei stessa uscita - l`opposto dell`indole di marina. fra le due donne nacque una , destinata a concludersi quando, dopo neppure un anno, sonecka abbandono` mosca per seguire il suo . scritto nel 1937, quando ormai tutto annunciava la catastrofe finale (la cvetaeva era stata definitivamente proscritta dalla colonia parigina e il marito, smascherato come agente sovietico, sarebbe fuggito di li` a poco nella russia comunista, dove aveva gia` fatto ritorno la figlia alja, dalla quale era arrivata la notizia della morte di sonecka), all`ombra della perdita e del dolore, il racconto-epitaffio e` smagliante, luminoso, sembra irradiare vitalita` e tepore. prodigi di una ancora viva affezione, ma anche di una scrittura - sempre sottesa dal pensiero poetico - che coniuga arditamente il sublime con la lingua della vita quotidiana, della strada.
(bert ho?lldobler, edward o. wilson)

"ero solo, in una casetta in bretagna, davanti al computer," ha raccontato una volta emmanuel carre`re "e a mano a mano che procedevo nella storia ero sempre piu` terrorizzato". all`inizio, infatti, il piccolo nicolas ha tutta l`aria di un bambino normale. anche se allo chalet in cui trascorrera` la settimana bianca ci arriva in macchina, portato dal padre, e non in pullman insieme ai compagni. e anche se, rispetto a loro, appare piu` chiuso, piu` fragile, piu` bisognoso di protezione. ben presto, poi, scopriamo che le sue notti sono abitate da incubi, che di nascosto dai genitori legge un libro, dal quale e` morbosamente attratto, intitolato storie spaventose, e che, con una sorta di torbido compiacimento, insegue altre storie, partorite dalla sua fosca immaginazione: storie di assassini, di rapimenti, di orfanita`. e sentiamo, con vaga ma crescente angoscia, che su di lui incombe un`oscura minaccia - quella che i suoi incubi possano, da un momento all`altro, assumere una forma reale, travolgendo ogni possibile difesa, condannandolo a vivere per sempre nell`inferno di quei mostri infantili. questo perturbante, stringatissimo noir e` da molti considerato il romanzo piu` perfetto di emmanuel carre`re - l`ultimo da lui scritto prima di scegliere una strada diversa dalla narrativa di invenzione.

che cos`e` la musica? per rispondere a questa capitale domanda, ramon andre`s insegue - dalla preistoria al composito mondo greco-romano, con frequenti incursioni nelle tradizioni asiatiche - le esperienze primordiali che hanno risvegliato il nostro inconscio alla vibrazione universale, le riflessioni filosofiche che hanno eretto l`armonia a principio fondante del cosmo e dell`etica, le meditazioni artistiche e religiose attraverso le quali la musica ha preso forma come elemento insostituibile del vivere umano. e alla maniera degli antichi rapso`di, , raccoglie nel suo tour de force una scintillante collezione di storie, citazioni memorabili e interpretazioni animate da un contagioso senso di stupore. se mousike` e`, come pensavano i greci, non solo una , ma una disciplina che , l`itinerario tra suono e vibrazione, proporzione e spazio, intelligenza e danza cui andre`s ci invita e` allora un viaggio necessario. tanto piu` oggi, quando la musica rischia di risolversi e dissolversi nell`entertainment, nell`emporio dei suoni smaterializzati, nella persecuzione delle nenie di sottofondo orchestrate da algoritmi. la musica, invece, e` infinitamente di piu`: intermediaria celeste, abissale , motore armonico della convivenza, voce che . per rilke l`orecchio e` un : andre`s ha predisposto una doviziosa liturgia musicale, e dalla soglia ci invita all`introibo.

che cosa si prova a cadere da un piroscafo in mezzo al pacifico? chiedetelo a henry preston standish, il protagonista di questo piccolo libro, un agente di borsa di new york che si e` appena concesso la sua prima vacanza solitaria per poi, una volta al largo, cadere inopinatamente in mare. sposato, con due figli e una carriera solida, standish e` un bravo cittadino, , che non ha mai avuto dubbi o cedimenti, ma a un tratto ha sentito il bisogno di partire. se il viaggio non andra` come sperato e` solo colpa della sua condizione di gentiluomo - fonte ultima dei suoi guai -, che gli ha impedito di urlare a squarciagola per chiedere soccorso. quando infatti si decide a farlo e` troppo tardi e si ritrova in pieno oceano, mentre la nave si allontana per sempre all`orizzonte. le ore successive le passera` a riflettere sulla tragica ironia della sua sorte: una minima odissea tutta interiore che lentamente si trasforma in una sorta di regressione talassale, in un livido ritorno a una agognata condizione prenatale. e su quello che in fondo e` solo uno scivolone, lewis costruisce - con un senso dell`equilibrio che ha del miracoloso - un apologo beffardo e una novella perfetta.