
un libro che raccoglie tre lavori poetici di quello che luis sepulveda ha definito "il miglior poeta vivente di lingua spagnola". il primo e` un delicato e intenso poemetto, "lettera a mia madre", dedicato alla madre che muore lontana durante gli anni di esilio dell`autore. il secondo, che da` il titolo al volume, e` una raccolta di brevi liriche in cui gelman tratteggia il ritorno in argentina e lo svanire delle voci che popolavano gli anni della lotta politica. l`ultimo, "incompletamente", e` una raccolta di sonetti pubblicata nel 1977: versi che di nuovo toccano una tematica esistenziale e ci conducono in un concerto particolarmente elaborato e ammaliante di sonorita`, armonie e dissonanze.




quando, nella primavera del 1914, josef parte da un villaggio austroungarico verso l`america, sua moglie agnes e` sicura che presto fara` ritorno a casa. invece, la grande guerra li dividera` per sei anni. agnes e sua suocera non si sentono certo arenate a novo selo. le due donne ringraziano il cielo per l`arrivo di un turco (un prigioniero di fede musulmana comparso nel granaio) che le aiuta nei lavori pesanti. ottant`anni piu` tardi, a milwaukee, il nipote piu` anziano racconta la segreta passione di agnes per il turco, e tutte le vicende e gli amori proibiti di tre generazioni di una sola famiglia: tre storie d`amore perduto capaci di superare il tempo e gli ostacoli che s`intersecano, si perdono e si ritrovano sballottate dal mare tempestoso del ricordo.

il libro ricostruisce la storia della pastorella m`zouda: dalla tenera infanzia tra i berberi, il lavoro umile dei campi, il governo degli animali e della terra, via via fino al suo arrivo in francia e, piu` propriamente, a parigi. qui il contatto con il mondo cosmopolita esercita su di lei una forte attrazione. tutto cio` che la circonda stimola un mutamento e la presa di coscienza di una possibile sua affermazione. avviene una evoluzione intesa e determinata da una forte volonta`; la pastorella berbera si trasforma in una donna moderna ed aggressiva, inserita a suo agio nella cultura metropolitana occidentale; una donna che di sicuro non sa e non vuole tenere "gli occhi bassi".


a paul celan, nel 1960, viene conferito il premio buchner. in quella occasione tiene un discorso dal titolo "ii meridiano", qui raccolto insieme a tutti gli scritti in prosa. celan si prova a dire il significato della poesia, e trova questa immagine: poesia non e` alcun luogo concreto sulla carta geografica dell`immaginario e della mente dell`uomo. essa e`, piuttosto, come un meridiano: una linea ad un tempo verissima e inesistente che indica una direzione attraverso molti territori. su questa linea a ciascuno e` data la possibilita` di tracciare il proprio cammino verso quel sapere e quel sentire che appaiono sempre piu` lontani da chi e` assediato dalla civilta` del rumore e del fatuo, e in essa si perde.




