















conservare bellezza e giovinezza a ogni costo, vivere in un infinito presente anche se il prezzo e` un`infinita dannazione: la storia di dorian gray e` probabilmente una delle piu` note che la letteratura abbia mai raccontato, e non c`e` generazione di lettori che non si sia confrontata con la straordinaria favola per adulti scritta da oscar wilde. una favola che intreccia personaggi, o meglio anime molto diverse tra di loro: da dorian gray, il dandy che espia il proprio edonismo con la vecchiaia, a lord henry, il cui spirito cinico e decadente richiama quello dello stesso wilde. ma proprio l`intrecciarsi di tante anime, insieme alla fortissima tensione narrativa, fa si che l`incanto del ritratto resti intatto nonostante il passare del tempo.

pubblicato per la prima volta nel 1977, il romanzo ha per protagonista la figura granitica, ingombrante, di un padre, il vecchio tirannico e orgoglioso primo scalpellino d`america, almeno questo crede di essere. un immigrato di prima generazione, nick molise, nel quale, come nel gruppo di suoi compaesani, fante racchiude il ritratto piu` nitido della prima generazione italoamericana. un mondo di uomini di testarda virilita`, guardati con inorridita inquietudine dagli americani persuasi che gli italiani fossero creature di sangue africano, che tutti girassero con il coltello e che la nazione fosse ormai preda della mafia. introduzione di vinicio capossela.







dorian gray, un giovane di straordinaria bellezza, si e` fatto fare un ritratto da un pittore. ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. avido di piacere, si abbandona agli eccessi piu` sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. poiche` hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. a questo punto il ritratto diventa per dorian un atto d`accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. ma e` lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio. introduzione di franco marenco.

composti tra il 1877 e il 1899, i "drammi borghesi" costituiscono una sorta di canone all`interno della produzione teatrale di ibsen. per la prima volta i dodici testi vengono pubblicati con un`ampia appendice di abbozzi e altri documenti largamente inediti in italiano, tra i quali spicca la prima stesura completa di "una casa di bambola", uno dei drammi ibseniani piu` iconici e rappresentativi. la traduzione e il commento, a cura di franco perrelli, si basano sulla piu` recente edizione degli skrifter, mentre l`introduzione costituisce un affondo nella storia della cultura norvegese, ed europea, in cui si colloca la scrittura dell`autore. degna di nota e` inoltre la stretta relazione che gia` sussiste fra il lavoro di traduzione di perrelli e la scena: la versione di spettri fu commissionata, agli inizi degli anni novanta, da orazio costa per ileana ghione (che non ebbe occasione di rappresentarla), ma e` stata ripresa per la regia di walter pagliaro nel 2020; gabriele lavia ha invece messo in scena le colonne della societa` (col titolo i pilastri della societa`) nel 2013.