
"questo mio lavoro intende mostrare come i diversi popoli asiatici, nella misura in cui accoglievano e assimilavano la filosofia indiana, le idee nate dalla meditazione del saggio sotto l`albero della bodhi, gli aneddoti popolari generati dalla piu` aggraziata e lussureggiante immaginazione, hanno elaborato le forme concrete attraverso cui la religione buddhista doveva tradurre al meglio il loro specifico ideale. non deve essere considerato un manuale di arte buddhista, ma un saggio sull`estetica di quest`arte, uno studio dei rapporti tra il pensiero religioso e le formule plastiche e tecniche che esso ha talvolta ispirato, talvolta ricevuto dall` esterno e modificato".

kim ji-young, che e` stata una normalissima bambina e adolescente, ora ha trent`anni, da un paio di anni e` sposata e ha lasciato malvolentieri il lavoro per prendersi cura della sua bambina a tempo pieno. un giorno, pero`, ji-young inizia a fingere di essere un`altra persona. prima impersona sua madre, poi una vecchia compagna di scuola: non e` uno scherzo, si immedesima completamente in loro, imitandone la voce e il pensiero in modo cosi` perfetto che sembra quasi posseduta da un demone. all`inizio il marito liquida in fretta questi incidenti, ma la situazione peggiora e presto diventa chiaro che ji-young soffre di una sorta di disturbo mentale. cosi` le organizza sedute di terapia con uno psichiatra, che inizia a registrare la sua storia, che e` poi la storia di tutte le donne: una storia di pregiudizi, di limitazioni, di accuse e di colpe attribuite gratuitamente; una storia di soprusi e di silenzi, di trattamenti differenziati - a scuola, a casa, nel lavoro; una storia in cui una donna e` costretta a scegliere tra la carriera e la famiglia, in cui e` sottoposta a severo giudizio qualunque cosa faccia e in cui la sua sofferenza - fisica e mentale - non conta mai davvero quanto quella degli altri, neppure per chi le vuole bene. un romanzo crudo, ambizioso, che offre uno sguardo onesto e senza veli sulla condizione delle donne nella societa` coreana, e non solo, e che racconta la misoginia attraverso la metafora spiazzante e radicale di una donna che, pur di essere finalmente libera, e` costretta a perdere se stessa e la propria voce.