
Collezione di duetti con Russ Barenberg, Norman Blake, Dan Crary, Jerry Douglas, David Grier, Jack Lawrence, Tony Rice, Earl Scruggs, George Shuffler, Ricky Skaggs, Doc Wtason. Duetti inediti, ovviamente.

campo di concentramento di buchenwald, marzo 1945. mentre gli americani sono arrivati a remagen, un nuovo treno di deportati e` giunto al lager. tra essi zacharias jankowski, un ebreo polacco che porta con se` furtivamente una valigia. alcuni detenuti lo aiutano a nasconderla, ma restano esterrefatti quando scoprono che al suo interno si trova un bambino di circa tre anni. che fare: denunciarne la presenza o proteggerlo? di certo la presenza del bimbo, l`unico in quel luogo di desolazione, mette a rischio l`organizzazione internazionale di resistenza attiva clandestinamente nel lager, dove l`obiettivo comune e` cercare di sopravvivere tra la disperazione e la speranza, restare uomini nonostante tutto: l`orrore dei forni crematori, le torture, le marce della morte, i delatori, la solitudine, il lento annientamento. fino all`11 aprile, quando i 21.000 prigionieri superstiti, con le ultime ss ormai in fuga, varcano i cancelli della liberta`. la nuova edizione italiana di questo romanzo autobiografico, che vide l`autore testimone e protagonista degli eventi narrati, ripristina - sulla scorta della recentissima edizione apparsa in germania - i brani che poco prima della pubblicazione apitz decise di eliminare o modificare, restituendo il testo cosi` come fu scritto di getto, all`indomani della liberazione del lager.


"L'eccezionale capacità visionaria di Georges Simenon ha un'ulteriore conferma... Da più di due secoli viviamo nel mito della natura allo stato puro, "bonaria e rosea", e oggi più che mai crediamo che l'uomo potrebbe difendersi dall'ammorbamento e dagli spettri dell'estinzione se sapesse adeguarsi, appunto, alla natura. Non è così, ammonisce Simenon. La solitudine, il rifiuto del presente, l'utopia robinsoniana, aprono la strada all'autodistruzione: è impossibile recuperare un candore perduto attraverso i millenni". (Giulio Nascimbeni)