

Interessante band. Originari della Virginia, mischiano rock e musica delle radici, con una spiccata affezione per il suono degli Appalachi. Un incrocio tra antico e moderno molto originale, che non ha termini di paragone con nessun altro gruppo del settore. Non sono acustici ed il loro approccio alla tradizione è decisamente interessante

Marc Carroll, irlandese, non è al suo primo disco. Ha avuto una carriera errabonda che lo ha portato prima a Londra, poi a Los Angeles. Ed anche la sua matrice sonora è totalmente americana. Nei dischi precedenti si ispirava ai Byrds, ma questo nuovo album ha un suono più deciso, più elettrico, che lo porta sulle orme di Son Volt e Wilco, la faccia migliore del nuovo rock a stelle e strsce. Elettrico, il disco è stato registrato negli studi di Levon Helm a Woodstock. You Can Never Go Home, sette minuti, sembra una canzone di Jimmy Webb, ma con il suono dei Wilco.

Giovane rocker che proviene dal Mid West, Bell ha una voce roca che rammenta vagamente Springsteen. Ed anche la sua musica, un viaggio quasi cinematografico nella working class americana, ha dei punti in comune con il rocker del New Jersey. Ci sono accenni blues ed anche influenze country folk che lo avvicinano in parte a John Prine.















Tony Bennett canta le canzoni di Harold Arlen, con gli arrangiamenti di Glenn Osser.

Il meglio di Tony Bennett, 14 classici.