
"passarono di qui" e` una cavalcata entusiasmante attraverso un tempo rimasto nella fantasia e nella memoria di ciascuno di noi. e la storia della lunga e tenace lotta dei capi delle tribu` nomadi dell`america settentrionale per formare una nazione unita o una grande confederazione di genti, capace di parlare "con autorita` o con una voce sola e potente" in difesa dei propri diritti, per la sopravvivenza di civilta` e culture minacciate da un`aggressione crudele. grazie a un lavoro di ricerca durato piu` di cinque anni, attraverso consultazioni di studiosi, testimonianze e documenti, mario monti ricostruisce gli avvenimenti, la vita, gli usi e i costumi di piu` di cento tribu` e famiglie indiane, dagli apache ai black foot e ai sioux, con i loro capi toro seduto, cavallo pazzo, alce nero, capo giuseppe, buffalo bill, nomi mitici e familiari a tutti. il titolo del libro deriva dall`iscrizione tuttora leggibile (paso por aqui) scolpita nella roccia di el morro, new mexico, da juan de o?ate, figlio di un governatore spagnolo che verso il 1598 guido` attraverso le sconfinate pianure americane una spedizione alla ricerca delle sette citta` d`oro.

mezzo barocco e mezzo classico, trascorso dal morente provenzale al nascente rossini, il settecento e` un secolo effettivamente zeppo di musica, teatro, melodramma, belcanto, molto piu` del seicento. quindi una trattazione che non voglia limitarsi a un pur necessario panorama generale ma si proponga di descrivere, letteralmente, correnti, scuole, autori, titoli, interpreti, questo e quel fenomeno, deve soprattutto avere la pazienza di raccogliere, riassumere, uniformare quanto offre la bibliografia e un po` anche di scavare, cercare, puntare l`occhio altrove. e quanto s`ingegna di fare questo pingue volume, che certo passeggia volentieri sulle cime di handel, pergolesi, cimarosa, gluck e mozart ma da` una bella occhiata anche a hasse, galuppi, salieri, zingarelli e cosi via.

in immagini di grande impatto si esprime lo spirito rivoluzionario che porto` alla rivalutazione del passato indigeno e delle tradizioni folkloriche, intesi come insopprimibili codici identitari generatori di un`inedita fusione tra l`espressione del se` e il linguaggio, l`immaginario, i colori e i simboli della cultura popolare messicana. prestiti inusuali di opere mai presentate in italia sono posti in un sapiente dialogo con una ricca selezione di lavori di pittori e movimenti a lei contemporanei le cui traiettorie ne intersecano l`arte d`avanguardia ponendola filologicamente in un quadro internazionale: la pittura metafisica, il dadaismo, la nuova oggettivita` e naturalmente il surrealismo. i diversi saggi degli studiosi, soprattutto stranieri, tra i quali spicca salomon grimberg, affrontano per l`occasione tematiche specifiche di grande originalita`, finalmente fuori da ogni stereotipo del romanzo di una vita inesorabile, pure narrata in special modo attraverso i ritratti fotografici dell`artista, tra cui quelli realizzati da nickolas muray negli anni quaranta, che codificano l`iconografia di una straordinaria interprete delle trasformazioni politiche, sociali e culturali del novecento.

il libro si focalizza su un confronto, non usuale, tra globalizzazione e teologia. la prima non impatta forse sulla seconda? quali intrecci si costituiscono fra le due? l`analisi parte da lontano - dalla tensione tra l`impero romano, nel suo costituirsi come "dominio totale", e il cristianesimo, nella sua storia di diffusione nel mondo - per approdare infine ai giorni nostri. e delinea, in definitiva, due tipologie molto diverse di globalizzazione: quella del potere politico e quella di una fede religiosa.