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si parla di birra, di rabbia e di amore. della liberta` di essere senza un soldo oppure ricchi sfondati. si parla di pantaloni da acquistare e di lavori domestici, del giusto rossetto e del taglio di capelli piu` adatto, di scarpe, amicizia, aeroporti e ovviamente di amiche, della difficolta` di trovare l`uomo giusto, di viaggi in treno e di televisione. e di tante altre cose. il libro parla di tutto cio` che e` veramente importante nella vita, ma lo fa in modo inedito. c`e` anche una storia, e alcuni personaggi maschili, ma tutto cio` e` abbastanza irrilevante.

Anche nel mondo del cinema, che la voce comune giudicava zona franca, si infiltrarono le spie dell`Ovra e delle altre polizie del regime. Fuori dalle citta` virtuali e dagli scenari verosimili che si costruivano nei teatri di posa, c`era la realta`, dove la gente del cinema viveva combattendo spesso battaglie senza esclusione di colpi. Le spie misuravano dissensi o deviazioni con il loro metro, dalle accuse di attivita` contro il regime, a segnalazioni di comportamenti non conformi o censurabili per scrupolo moralistico. Natalia marino e` giornalista e autrice di documentari cinematografici. Emanuele Valerio Marino, regista, autore teatrale, soggettista e sceneggiatore, e` stato direttore dell`archivio storico fotocinematografico dell`istituto luce.

menelao che scopre nella gelosia un mestiere per artisti o ponzio pilato che fa dell`antisemitismo una sua vendetta privata e solitaria, il giudice che indossa delle mutandine da donna per riappropiarsi della propria anima o il colonialista inconsapevole che vuol civilizzare a ogni costo, sono talune delle figure paradigmatiche che popolano un "altrove" fabulatorio, cercatori di quelle identita` che ciascuno di noi va inseguendo e di cui scopre, se la trova, la sconsolata inutilita`. sono racconti-saggio, privi di azioni e ricchi di escogitazioni, di monologhi notturni e di digressioni filosofiche sui minimi sistemi, esercizi di stile che sono dei frammenti di una autoanalisi ininterrotta nel senso del celebre aforisma di buffon: lo stile e` l`uomo.

"l`azzurro del cielo" fu scritto da georges bataille nel 1935 ma non fu pubblicato perche` ritenuto dall`autore troppo limitatamente personale (usci` nel 1957 grazie al consiglio di alcuni amici dell`autore). il romanzo porta i "segni premonitori" di una tragedia storica imminente, rappresentando i mali che sarebbero dilagati con la guerra. predominano il colore nero del lutto dei paramenti funebri per la morte di dolfuss e il rosso delle bandiere con la svastica di hitler. ma e` da un tormento privato che la vicenda prende avvio, ispirandosi a incontenibili pulsioni scandite in "mostruose anomalie". londra, parigi, barcellona disegnano una topografia della perdizione, una cornice nella quale il protagonista troppman, attraverso sbronze, notti in bianco e strani riti, si avvicina a una nuova forma di purezza, alla comunione con la morte grazie allo scoperta illuminante del sordido.

la califfa e` una bellissima ragazza di origine popolare che diventa l`amante di annibale doberdo`: l`industriale piu` potente della citta`, una sorta di mastro-don gesualdo, autorevole e spregiudicato. memorabile ritratto di donna libera, sana di fondo e, a suo modo, innocente. la califfa e` un`amante senza servilita` nella cui schiettezza amorosa l`industriale ritrova, in un punto nevralgico della sua esistenza, una voglia nuova di vita e la sua stessa liberta`. contro questa relazione si armano tutti i potenti della sua corte, ma sara` solo la morte improvvisa di doberdo` a stroncarla. e la califfa tornera` nel suo quartiere d`origine, sola, ma con la coscienza di aver contribuito a trasformare, oltre che l`anima e l`intimita` di un uomo, l`aspetto sociale di una citta`. "romanzo centrale" negli anni sessanta, per la limpida riuscita letteraria e perche` testimonia, attraverso alcuni grandi protagonisti, splendori e miserie di quel miracolo economico italiano che avrebbe ispirato la migliore narrativa e il miglior cinema dell`epoca. la notorieta` del romanzo e` stata amplificata dal film girato dallo stesso alberto bevilacqua e interpretato da una indimenticabile romy schneider insieme a ugo tognazzi.

la rockstar bucky wunderlick, all`apice della fama, decide di abbandonare il suo gruppo mentre e` in corso una tourne`e. si rifugia in un angolo nascosto di new york, in un appartamento di great jones street, per sfuggire al culto della personalita` di cui e` oggetto e a un successo in cui non crede piu`. l`esilio del protagonista, pero`, e` continuamente disturbato dalle visite piu` disparate: giornalisti a caccia di scoop, agenti interessati a certe sue incisioni inedite, emissari di una misteriosa comune agricola che tentano di coinvolgerlo nel commercio di una nuova e potente droga carpita ai laboratori federali.

l`universita` italiana sta morendo di nepotismo, scarsa selezione nel vagliare il corpo docente, mancanza di incentivi alla produzione scientifica, incapacita` di individuare prospettive da seguire da parte di chi ha il compito di governarne l`evoluzione. l`universita` italiana non e` produttiva ne` equa, non facilitando la mobilita` sociale. praticamente ogni ministro ha legato il proprio nome a una rivoluzione dell`universita`, suscitando dibattiti infiniti su ogni comma di legge. ma un osservatore esterno che guardasse ai risultati invece che ai mille rivoli delle normative non si accorgerebbe di nulla. cio` che serve e` una cosa sola: abbandonare l`illusione di poter controllare tutto dal centro e introdurre invece un sistema di incentivi e disincentivi efficaci. questo saggio e` la fotografia impietosa di una catastrofe educativa che pesa sul futuro dell`italia. ma anche la coraggiosa proposta di alcune riforme semplici e radicali, per rompere definitivamente con decenni di palliativi. un sistema dove sia nell`interesse stesso degli individui cercare di fare buona ricerca e buona didattica ed evitare comportamenti clientelari. un sistema in cui ogni ateneo possa fare quello che vuole, ma dove chi sbaglia sia chiamato a pagare. un sistema che elimini la straordinaria iniquita` attuale, in cui le tasse di tutti finanziano l`universita` gratuita dei piu` abbienti.

nell`india splendente del boom economico, centinaia di milioni di persone non riescono a mangiare due volte al giorno. analfabeti, oppressi dalla poverta` e dalla divisione in caste, vivono in uno stato costante di paura e insicurezza. da trentacinque anni, la "scuola dei piedi nudi" di bunker roy cerca di migliorare la vita dei contadini insieme a loro, offrendo risultati tangibili: trovare acqua per irrigare la terra, curare le malattie, vedere i propri figli frequentare la scuola. a tilonia, migliaia di giovani che nessuno avrebbe impiegato sono addestrati a una professione. i criteri per la selezione sono semplici: devono essere poveri e analfabeti. la speranza e` che un giorno siano in grado di stare in piedi da soli, guardando al mondo come esseri umani.

docente universitario a genova, poeta egli stesso, enrico testa ha raccolto in questo volume testi di piu` di quaranta tra poeti e poetesse italiani del secondo novecento. ne esce un panorama sfaccettato che assume non tanto le tradizionali partizioni storicistiche della materia (scuole, correnti, categorie) quanto un impegno chiaramente saggistico, che tiene conto degli aspetti linguistici, del rapporto tra il lirismo tradizionale con le altre soluzioni che lo mettono in discussione.

ufficiale degli alpini in russia, protagonista della resistenza nel cuneese, revelli si e` battuto per dar voce ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini delle campagne piu` povere. questa e` la testimonianza delle storie vere e tragiche di cui furono protagonisti gli alpini della cuneese sul fronte russo: lo sfacelo di un esercito, la tragedia di uomini gettati allo sbaraglio, beffati e traditi, che pure riscoprirono in se` le profonde ragioni della dignita` del vivere. "la strada del davai ("avanti, cammina!" in russo) non mi ha fatto dormire - ricorda mario rigoni stern - non perche` i fatti raccontati mi siano nuovi, ma per la verita` atroce che continua nella vita dei sopravvissuti, e per la luce in cui sono messe queste testimonianze".

li 9 giugno 1870 charles dickens muore nella sua casa di gadshill lasciando irrisolto "il mistero di edwin drood", che da quel momento diventa il piu` intrigante, affascinante, dibattuto romanzo della letteratura inglese. un caso complesso e tuttora aperto. fruttero & lucentini si fanno aiutare dai massimi investigatori d`ogni tempo e paese: holmes e dupin, padre brown e maigret, marlowe, wolfe, poirot & company; li riuniscono a roma, grazie a onnipotenti sponsor giapponesi; e li mettono all`opera ciascuno con la sua esperienza, il suo intuito, il suo personalissimo metodo... e nato cosi` un geniale cruciverba indiziario dove il `mistero` di charles dickens e l``inchiesta` di fruttero & lucentini si completano con un effetto di doppia suspense irresistibile.

perche` il piu` grande campo di sterminio del reich fu costruito proprio in quella cittadina a circa 60 chilometri a ovest della citta` di cracovia? perche` venne a dirigerlo rudolf hoss? il libro di sybille steinbacher - integralmente dedicato al campo di concentramento dove morirono oltre un milione di persone - risponde a queste e ad altre domande, sessant`anni dopo la liberazione di auschwitz. l`autrice racconta l`evoluzione del campo, da complesso di baracche per lavoratori stagionali di inizio xx secolo a impianto con forni crematori e docce letali allo zyklon b. viene offerto al lettore un resoconto di tutti gli elementi legati a questo luogo di morte: dalla macabra organizzazione dello sterminio fino alle vicende processuali dei responsabili.

monterey, alta california, 1786. una figura snella sta in piedi su una scialuppa che si avvicina alla riva. sulla fredda spiaggia del pacifico lo attende un uomo piccolo e dal volto affilato. chi attende la scialuppa e` braces, cerusico e barbiere presso il presidio di monterey, da 10 anni in esilio dall`andalusia per un oscuro passato di falsario. sulla scialuppa c`e` padre giardelli, missionario italiano nobile e colto ma anch`egli segnato da misteriosi trascorsi. braces ha ricevuto precise istruzioni di seguire ogni mossa di quest`uomo, carpire ogni suo segreto e fornire un fedele resoconto. dalle pagine del suo rapporto giornaliero, indirizzate a un misterioso "vostra eccellenza reverendissima" che dimora lontano, si apprende la storia...

la musica del secolo scorso, con tutte le rivoluzioni stilistiche, estetiche, tecnologiche ed economiche che ha conosciuto, richiedeva un approccio immediato e affidato alle nuove discipline. non a caso il primo volume dell`enciclopedia della musica sembra partire dalla fine, poiche` il suo primo volume e` dedicato al novecento.

l`idea che una macchina arrivi a possedere una "coscienza" (o qualcosa di vagamente simile) sembra assurda e quasi eretica. coloro che ne hanno ipotizzato la fattibilita` sono spesso tacciati di sensazionalismo, arroganza e addirittura d`ignorare i piu` comuni principi filosofici. ma se potessimo definire con certezza che cos`e` la coscienza, i limiti di questo dibattito diventerebbero piu` chiari e non si pretenderebbe di valutare un problema scientifico con i parametri della filosofia. in questo saggio aleksander, studioso esperto nel campo dell`intelligenza artificiale, cerca di rendere accessibili a tutti i termini della questione e di definire nel modo piu` rigoroso la "coscienza".

milano, futuro prossimo: una catena di omicidi inspiegabili dove i cadaveri sembrano opere d`arte. a risolvere il mistero e` chiamato nigredo, un uomo che ha alle spalle molti errori e che incontrera` eva, donna bellissima al centro di una strana comunita` di "diversi".

prendi due ragazzi di belle speranze, portali in un night della riviera adriatica nell`estate del 1960, sulla pedana delle spogliarelliste: l`ultima cosa che ti aspetteresti e` una pubblica lettura dell`"ulisse" di joyce. non importa se il pubblico li inseguira` con le forchette in mano, quello che conta e` il loro piccolo incantesimo. un sarcastico romanzo di formazione che racconta anche la storia di un`amicizia rissosa e bellissima: quella fra tonino conte e carmelo bene.

prosegue la pubblicazione delle "opere complete" di benjamin. dopo il secondo volume che raccoglie gli scritti degli anni 1923-1927 e il nono dedicato ai "passages" di parigi, questo nuovo volume e` composto principalmente da recensioni che risalgono al biennio 1930-1931.

l`enorme potere economico, culturale e militare degli stati uniti si e` rivelato insufficiente per risolvere problemi globali come il terrorismo, il degrado ambientale, il proliferare di armi di distruzione di massa. in questo saggio nye fa il punto di queste controverse situazioni e spiega perche` l`america debba adottare una politica sotto tutti gli aspetti piu` cooperativa con il resto del mondo. la minaccia del terrorismo, infatti, e` solo il sintomo piu` tragicamente evidente del perche` sia ormai improcrastinabile la creazione di una rete di relazioni costruttive con gli altri paesi, deboli o forti che siano. la semplice supremazia militare non potrebbe comunque garantire la sicurezza.

georges gerfaut e` una persona che non farebbe male a una mosca, nonostante porti il nome di un rapace, il girifalco. marito e padre ideale, impiegato modello, conduce una vita senza pecche. quando vede un`auto incidentata ai bordi della strada, dunque, non esita a fermarsi per soccorrere eventuali feriti. basta un gesto per sconvolgere una vita. gerfaut si trova infatti braccato da una coppia di assassini. e neppure lui avrebbe immaginato di avere tutta quella carica per combattere, attaccare, vincere.

nel 1998 giuseppe caliceti e giulio mozzi avevano raccolto in "quello che ho da dirvi" le lettere di ragazzi e ragazze italiani ai loro genitori. ora gli stessi curatori hanno costruito un secondo libro-collage raccogliendo le lettere di tanti genitori che, rivolgendosi ai figli, rivelano aspettative e speranze, motivano le ragioni dei conflitti, cercando di dire con le parole scritte - quindi meditate e lente - cio` che nelle parole parlate non si riesce a dire.

l`introduzione di giulio ferroni chiarisce in che senso la poesia di cacciatore rinvii a un orizzonte manieristico e barocco, configurandosi come una poesia-pensiero insieme metafisica e antimetafisica, in cui l`uso del vario repertorio di artifici metrici, retorici e strutturali non e` mai gratuito, ma sempre finalizzato a colpire la sostanza profonda della lingua, a riprodurre anche sul piano stilistico il nucleo tematico che percorre l`intera produzione poetica di cacciatore: il gioco di trasmutazione incessante in cui e` presa la realta`.

al contrario dell`ingegnere stefano de il carcere o del professor corrado de la casa in collina, il protagonista de il compagno non e` un intellettuale. qui pavese immagina un giovanotto piccolo-borghese, scioperato e incolto, messo di fronte alle proprie responsabilita`. pablo, chiamato cosi` perche` suona la chitarra, vive a torino, la citta` in cui e` nato, ma soffre il disagio esistenziale di un`epoca, tra la guerra di spagna e la seconda guerra mondiale, in cui il regime fascista continua a perdere presa sul popolo e quel consenso entusiasta che era stato fonte di sicurezza inizia a creparsi. pablo cerca di chiudere gli spiragli, di colmare quelle mancanze ideologiche che causano spaesamento e disagio. lascia torino alla volta di roma, e qui, nella confusione, s`inventa una disciplina, per tornare alla citta` natale piu` motivato e deciso a fare effettivamente qualcosa. il compagno non e` il miglior libro di pavese ma uno dei piu` commoventi, lo stesso autore ne il mestiere di vivere lo riconosce, parlandone con vibrante compostezza : "8 ottobre 1948. riletto, ad apertura di pagina, pezzo del compagno. effetto di toccare un filo di corrente. c`e` una tensione superiore al normale, folle, uno slancio continuamente bloccato. un ansare."

Una situazione lineare: due soli personaggi, Rebecca e Devlin, marito e moglie, che si affrontano per ritrovare il senso del passato. Un confronto che si fa presto scontro nell`affrontare incubi e tradimenti, desideri inconfessabili e violenze represse, aggressioni vere e immaginarie. "Ceneri alle ceneri" ha debuttato a Londra nel settembre 1996, per la regia dello stesso Pinter, ottenendo un gran successo di critica e di pubblico.

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