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pre`vert non e` antico, non e` sentimentale, non e` decadente. pre`vert e` vivissimo come un adolescente d`oggi. nonostante pre`vert sembri a tratti classico, i suoi versi prefigurano la liberazione sessuale delle nuove generazioni, quella il cui amore vince l`invidia dei vecchi, l`indignazione dei benpensanti e perfino la miseria e la guerra. versi d`amore allegri, dissacranti, ironici, anarchici, mai retorici, ricchi anche d`umor nero. ma non e` tutta spavalderia. sul fondo si annida la malinconia di ogni amore, ricchezza splendida ma fragile; da custodire teneramente.

"la dismissione" e` opera che ha guadagnato nel tempo una bruciante attualita`. vi si leggono le sorti dell`ilva di bagnoli e della napoli operaia attraverso la vicenda di vincenzo buonocore, entrato all`ilva come semplice manovale e diventato, con gli anni, tecnico specializzato alla guida delle colate continue. a lui viene affidato l`incarico di smontare il suo reparto, venduto ai cinesi. al colpo durissimo reagisce in maniera imprevedibile. in preda a uno stato di esaltazione nevrotica, decide di eseguire il compito assegnatogli con una precisione e un rigore "assoluti". questa dismissione, dice a se stesso, dovra` avvenire "bullone per bullone", dovra` essere il mio "capolavoro", la prova tangibile del mio genio operaio. la meravigliosa dedizione di buonocore non cancella il lavoro negato ne` tantomeno la sconfitta, che e` la sua ma anche quella di tutta napoli e del paese nel suo insieme. il romanzo si chiude con un corteo funebre, tanto straziante quanto simbolico, e con il presagio di futuri disastri: dal dilagare della disoccupazione all`imperio di una camorra destinata a non avere piu` freni. a napoli si e` aggiunta taranto, ma il quesito rimane lo stesso: perche` tanta cieca improvvisazione? la risposta di buonocore - di tutti i buonocore d`italia, vecchi e nuovi - non muta: perche` abbiamo un capitalismo straccione e una classe dirigente inetta e famelica.

stephen lewis, autore di fortunati libri per bambini, padre e marito felice, un giorno si reca al supermercato con sua figlia kate, e mentre e` intento a svuotare il carrello alla cassa si accorge di aver perso la bambina. rapita? uccisa? fuggita? ogni cosa intorno a lui da quel momento sembra precipitare. il vuoto doloroso che lascia la sparizione di kate da` il via a una serie di azioni e reazioni che porteranno stephen a rivedere tutta la sua vita. le sue tante certezze incrollabili si mostreranno deboli; abitudini e atteggiamenti mai messi in discussione riveleranno il loro lato piu` fastidioso. senza mai perdere di vista il suo protagonista, mcewan racconta il viaggio di un uomo messo di fronte all`inaccettabile, facendoci percepire la precarieta` e la fragilita` in cui viviamo, e nello stesso tempo restituendoci la nostra umana e indistruttibile speranza.

che la civilta degli aztechi, per certi aspetti molto avanzata, possa essere stata distrutta da poche centinaia di spagnoli, puo sembrare tuttora inspiegabile. in quest?opera monumentale prescott ricostruisce le fasi della conquista con sfoggio di erudizione e altissime capacita narrative: l?inarrestabile avanzata di cortes, il tragico destino delle popolazioni indigene e degli sventurati imperatori aztechi, sono qui protagonisti di uno degli eventi piu drammatici e inquietanti della nostra storia.

oreste passa tutto il giorno, anzi tutti i giorni, a poltrire, a mangiare schifezze e a guardare la televisione. mino cerca di convincerlo a uscire a giocare, ma oreste non ne vuole sapere di sollevare il popo` ciccione! finche` un giorno accade qualcosa che fa alzare oreste dal divano una volta per tutte... il penultimo capitolo della divertente saga di oreste. eta` di lettura: da 4 anni.

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