
anche se racconta la vita di gillo pontecorvo, il regista di "kapo`", di "la battaglia di algeri", di "queimada", questo non e`, o non e` soltanto, un libro di cinema ne`, tantomeno, una biografia "oggettiva", ma piuttosto una sorta di autoritratto. con lui, gillo pontecorvo, che racconta i suoi ricordi, e irene bignardi che mette da parte il suo ruolo di critico per interrogare e provocare l`amico, riproponendo le memorie pontecorviane in una cronaca che segue settantanove anni molto speciali, intessuti di incontri e amicizie ancora piu` speciali: da enrico berlinguer, giovanissimo subito dopo la guerra, a marlon brando sul set di "queimada"; da giorgio amendola a torino nel suo primo comizio "libero" a fabio picasso che si diverte alle spalle di due avidi galleristi; da pietro ingrao che arringa la folla il 26 luglio 1943 a roman polanski, compagno di bohe`me romana. e attraverso la voce di pontecorvo, tradotta da irene bignardi in terza persona, prende ritmo e forma il romanzo di una vita che, ironica e lieve, incrocia alcuni dei grandi eventi del ventesimo secolo.

nel 1925 un pavese diciasettenne aveva progettato ed iniziato un romanzo. l`aveva intitolato lotte di giovani; era una storia adolescenziale: grandi sogni alternati a lugubri scoramenti e precoci idee di suicidio. e` un incunabolo di molti temi e stati d`animo del pavese maturo. del progettato romanzo rimangono appunti e schemi e solo un capitolo concluso. pavese lascio` ben presto cadere il progetto per passare ad una serie di racconti, in cui appaiono i temi dell`america letta attraverso il cinema, quelli delle conquiste tecnologiche, o la macchina e l`aereo, echi di una cultura futurista. il libro riunisce tutto il pavese narratore degli anni venti. il materiale e` inedito; e` conservato nell`archivio pavese dell`universita` di torino.
