




fra le psicoterapie, il ruolo dell`expressive sandwork puo` corrispondere a quello della cosiddetta arte povera tra le arti visive. cio` che appare umile e semplice non lo e` affatto. scartando il superfluo, questo lavoro seleziona l`essenza: anche togliere si rivela parte di un`operazione artistica. ma cosa e` essenziale nel processo psicologico? freud deve essersi domandato qualcosa di simile, quando nel 1918 promosse nuove istituzioni che avrebbero fornito analisi gratuite, a berlino e a vienna. in seguito (1928) margaret lowenfeld, l`iniziatrice delle terapie con la sabbia, apri` la clinica per bambini difficili in un quartiere operaio di londra. per i fondatori era sottinteso che il nucleo della psicoanalisi dovesse raggiungere tutta la societa`. qui si raccoglie quel filo e con esso si tesse una tela. sull`ordito composto dai concetti di jung, la world technique di margaret lowenfeld e la sandplay therapy di dora kalff operano intrecciate, mentre i fili conduttori di lacan, winnicott e daniel stern rafforzano la trama. nella pratica l`expressive sandwork e` costituito da processi immaginali ed e` stato elaborato da analisti junghiani attraverso esperienze transculturali in africa, cina ed america latina. con l`aiuto di volontari, a partire dal 2000 e` stato sperimentato in localita` che non dispongono di nessuna forma di psicoterapia e sono state devastate dalla violenza, da catastrofi naturali, da situazioni croniche di abbandono.


non ci sono che i poeti, talvolta, ad aprirci gli occhi sui piccoli miracoli della realta` quotidiana. quelle epifanie che lacerano il velo delle cose che ci circondano, la cortina delle abitudini, e illuminano l`esperienza con lampi improvvisi di significato. dopo le grandi epifanie di proust e di joyce, capaci di gettare fasci di luce metafisica sull`esistenza dell`uomo moderno, ritroviamo qui piu` umilmente piccole rivelazioni, tracce di senso, fuggevoli bagliori, che trapelano nel tessuto dei gesti quotidiani, nel grigiore dei paesaggi urbani, tra le stesse pareti dei nostri appartamenti. e un filone della poesia italiana contemporanea, che questo libro - nato dalla viva esperienza di un cenacolo letterario milanese - racconta attraverso tredici saggi su altrettanti poeti, accomunati da questo sguardo `doppio`, che legge nella realta` di ogni giorno una sorta di trascendenza minimale, una luccicanza epifanica che rinvia ad altro, a cio` che e` dietro la semplice visione. ma per cogliere questa sommersa radiosita` epifanica, nella lirica contemporanea, il libro suggerisce e sviluppa un approccio critico nuovo, ermeneutico ed empatico, metamorfico e narrativo, che superi le fredde griglie del formalismo strutturale e stabilisca tra critica e testo un circolo virtuoso, dove il testo venga vissuto come soggetto e non semplicemente oggetto di analisi.































untor, un untore di manzoniana memoria, si aggira per il cosiddetto "poligono delle siccita`", alla ricerca di catarina rosa (la donna che per prima l`ha denunciato), spargendo i suoi veleni su mandriani, sicari, latifondisti, religiosi fanatici, asinelli, bambini denutriti. sulle sue tracce si lanciano quattro appestati: manuel vitorino, ladro e violentatore di moribondi e di cadaveri, janmario cicco, sicario col vizio di mutilare le sue prede, piquet carneiro, trasformato in bue sventratore di nemici, demerval lobao, contadino vendicatore. la caccia terminera` con la distruzione totale di tutto e di tutti, del territorio e dei suoi personaggi, fino alla distruzione dello stesso romanzo.
