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il volume e` una ricognizione tra byatt, gordon, howard, oates, pynchon, trevor, updike, vidal nel territorio dei "peccato mortale", cui si aggiunge un nuovo peccato: quello della disperazione, il male oscuro.

tra ogm e bio, cucina etnica e cibi vegetariani, digiuno rituale e grande abbuffata, tanta parte della nostra vita - anche emozionale - ruota attorno al cibo. facendo il punto sull`alimentazione contemporanea, il libro parla dei mutamenti che l`attraversano: qual e` l`impatto della globalizzazione? che cosa ne e` dei modelli alimentari tra macdonaldizzazione e reinvenzione delle cucine locali? in che modo l`organizzazione della vita quotidiana condiziona i modi di mangiare? di che cosa e` spia il fenomeno dell`obesita` e come interpretare l`ansia che spesso si accompagna al comportamento alimentare? nel fornire una risposta a tali interrogativi, l`autore intende accreditare, attraverso il concetto di "spazio sociale alimentare", un approccio scientifico nuovo a questi temi, che metta a frutto il contributo della sociologia del consumo, della riflessione sulle tecniche del corpo, della sociologia della cultura e persino della sociologia dell`immaginario.

abbas karam younis, giovane idealista, scrive il suo primo dramma dando spazio ai segreti piu` intimi e sordidi della sua famiglia e degli amici che gravitano intorno: gioco d`azzardo, prostituzione, alcol, droghe, omicidi. la coincidenza con la realta` e` cosi` forte da aprire un oscuro corridoio fra la rappresentazione e la vita. sullo sfondo del cairo e dei suoi teatri, quattro personaggi raccontano gli amori e le gelosie, la passione e la morte, trasformando il copione che si preparano a interpretare nel canovaccio dell`esistenza.

una fiaba nera e misteriosa che si svolge tutta in una notte, fino all`alba. l`incanto sospeso della fiaba si affianca alla capacita` del romanzo di andare fino al fondo dell`animo di due adolescenti di fronte alla morte della madre. che vorra` dire per loro la perdita di ogni sicurezza, compresa la casa dove trascorrono questa inquieta vigilia del loro destino, che e` la veglia funebre definitiva della fanciullezza. la notte e il bosco sono l`ambiente in cui i due fratelli affrontano le proprie paure, in un`atmosfera misteriosa in cui gli inserti della fiaba modulano su variazioni minime l`attesa e l`angoscia, ma anche le speranze per il futuro.

progressivamente ridimensionate dalla societa` patriarcale e dal cristianesimo, le divinita` femminili hanno rivestito un ruolo fondamentale nella mitologia classica e in molti culti pagani, come sintesi di cio` che doveva essere nelle donne in carne e ossa, come forme archetipiche di realta` naturali, tessiture primigenie che oggi giacciono, sopite o soppresse dall`attualita` sociale e culturale, nello spirito di ogni donna. questo libro e` una rilettura in chiave junghiana delle qualita` divine che appartengono ad ogni donna. ciascuna ha la sua dea, ciascuna ha di fronte a se` il percorso per scoprire la divinita` d`appartenenza: atena, figlia di zeus, dea della saggezza, della sapienza, della lotta; afrodite, dea dell`amore, della bellezza, della sensualita`; era, sovrana dell`olimpo, dea del matrimonio e del parto; demetra, sorella di zeus, dea nutrice del grano e della gioventu`; artemide, divinita` lunare, dea della caccia; persefone, sposa di ade, dea degli inferi e regina dell`oltretomba. sulla base di dieci anni di studi nel campo della psicoanalisi, "la dea sulla terra" delinea la strada per la conoscenza di se`, per evitare aspettative inadeguate, per affrontare i punti di svolta della vita imparando a riconoscere la divinita` verso cui si e` maggiormente inclini, senza pero` trascurare il bisogno di dialogo tra le dee, perche` permettere a una di loro di dominare la propria personalita` significa rendere impossibile la polifonica ricchezza che un equilibrio "divino" ci puo` dare.

per commemorare l`armistizio in un paese sconosciuto del terzo mondo appena uscito dalla guerra, viene commissionata una nuova strada che connette le due meta` dello stato fratturato. sono incaricati del lavoro due uomini che vengono da un paese del primo mondo, due contractor mercenari. per ragioni di sicurezza, prima di iniziare, si sono dati degli pseudonimi numerici. numero quattro, quello incaricato di guidare l`avveniristica macchina asfaltatrice rs-90, si attiene a una disciplina monastica: devono fare una strada perfettamente dritta, lunga 260 chilometri, e i tempi sono stretti, il lavoro deve essere completato prima della parata celebrativa. numero nove, che in sella al suo quad si assicura che non ci siano ostacoli davanti e dietro, e` invece in vena di avventure e curioso di cio` che lo circonda. conosce la lingua locale, mangia le cose del posto invece di limitarsi ai frullati di proteine della razione, fa amicizia come puo` sulla strada e, in generale, fa di tutto per non attenersi al rigoroso protocollo previsto. quattro capisce immediatamente che nove e` un "agente del caos", che rischia di compromettere il lavoro e che, peggio, rende piu` incerto il ritorno a casa. la grande protagonista de "la parata" e` l`attesa. quattro e` a modo suo simile al nostro giovanni drogo del deserto dei tartari di buzzati: la sua fortezza e` la macchina asfaltatrice in cui passa le sue giornate e i suoi tartari sono il collega nove e la popolazione locale. ma il romanzo e` anche la storia di scontro vizioso fra i due protagonisti, fra oriente e occidente, e fra le due anime contrastanti di quattro, quella scientifica e quella umana ed empatica. stranieri in una terra straniera devastata dalla guerra, quattro e nove sono protagonisti di un`allegoria che vuole mostrare l`assurdita` della loro posizione e le conseguenze della loro presenza.

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