

a mezzanotte del 31 dicembre 1925, i cittadini della neonata repubblica turca celebrarono il nuovo anno, acconsentendo per la prima volta a utilizzare un calendario e un`ora unificata per tutto il paese. eppure a istanbul, antico crocevia tra oriente e occidente, la gente guardava incerta al futuro. mai del tutto turca, istanbul era da sempre stata casa per generazioni di greci, armeni ed ebrei, oltre che naturalmente musulmani. l`immensa metropoli accoglieva nobili della russia bianca in fuga dalla rivoluzione, killer bolscevichi sulle tracce di lev trockij, professori tedeschi, diplomatici inglesi e imprenditori americani: una panoplia di faccendieri, poeti, benefattori e perdigiorno. durante la seconda guerra mondiale, migliaia di ebrei fuggivano attraverso istanbul verso la palestina, anche grazie all`impegno del futuro papa giovanni xxiii. nella hall del pera palace, l`hotel piu` lussuoso dell`epoca, punto d`arrivo del celebre orient express, si aggiravano cosi` tante spie che il direttore fu costretto ad apporre un cartello che le invitava a lasciare il posto agli ospiti paganti. nella sua prosa elegante e suggestiva, questo libro rida` vita a un`epoca tragica e fantastica in cui l`antica capitale dell`impero ottomano si ritrovo` nel giro di pochi anni sbalzata dal medioevo al mondo moderno.







. guardare, guardarsi, essere guardati... che cos`e` davvero una sfilata di moda? aggancia, su un suo palcoscenico "unico", l`arte, il cinema, il teatro, la danza, la fotografia, il simbolo e il racconto, la politica persino e l`informazione. e legge ininterrottamente il mutare della contemporaneita`, ovvero non finisce mai di rispondere alla domanda di tutti e di ognuno: moda e sfilata di moda () sono riti sociali esclusivi, certo, ma le risposte che tentano ci riguardano tutti, in modo emotivo, spettacolare, leggero, splendidamente inutile. , dice rene` ce`lestin, fondatore di una delle maggiori case di produzione di sfilate. ma in ballo c`e` sempre il significato della modernita`, ed e` per questo che, da baudelaire in poi, se ne occupano fra gli altri anche walter benjamin, roland barthes, jean baudrillard... claudio calo` ne ha uno sguardo dall`interno, che e` ad un tempo in presa diretta e critico. ci racconta di giorgio armani, di john galliano, di ralph lauren, di karl lagerfeld, di gianni versace, di alexander mcqueen o di antonio marras come delle supermodel degli anni `90, e ci conduce per mano dalle vere e proprie bambole che venivano usate nel settecento in francia per far conoscere la moda di corte in provincia, fino agli spettacoli planetari e virtuali - avatar al posto di modelle al posto di bambole... - attraverso cui la moda ha dovuto evolversi, spinta fra l`altro dalla pandemia a trovare un nuovo equilibrio e forse una nuova forma. calo` la c