
martin clay, giovane filosofo appassionato di storia dell`arte, scruta con scarso interesse la collezione di croste che un rozzo possidente della campagna inglese gli va mostrando con orgoglio. d`un tratto la sua attenzione si ridesta: davanti a lui sta appeso l`arco di volta della pittura fiamminga, il bruegel dei bruegel, pietra miliare mancante e sconosciuta della storia dell`arte. e` la sua opportunita` per rendere un servizio al mondo intero e fare un mucchio di quattrini. inizia cosi` una catena di inganni ai danni del legittimo proprietario e passo dopo passo, martin vedra` precipitare se stesso e la sua coscienziosa esistenza in un labirinto di dilemmi unicamente supportato dalla certezza di rivelare all`umanita` un capolavoro dell`arte.

Volete conoscere gli eredi dei Blackberry Smoke ?. Beh, eccoli, sono i texani Cody Joe Tillman & The Wicked Truth. Suono elettrico, tra rock, country e southern rock. Molto roots oriented, chitarre decise ed una voce che non lascia spazio a dubbi.Musicalmente sono già pronti per il grande salto: le canzoni sono ben costruite, le chitarre al punto giusto e la dose di radici è perfetta. Bisogna solo che vi appuntiate il nome: Cody Joe Tillman and The Wicked Truth. Al resto ci pensa la loro musica.

CD/DVD. Neil Young è unico. In questo nuovo disco, molto elettrico (alla Crazy Horse ), si fa accompagnare dai Promise of The Real, la band di Lukas e Micah Nelson, i figli di Willie Nelson, conosciuti lo scorso anno al Farm Aid. Monsanto Years è un disco elettrico e potente, che si scaglia contro le corporation Americane. Ma, se i testi sono volutamente forti e vibranti, la musica è classicamente younghiana, con lunghe cavalcate elettriche e qualche ballata. Ci sono almeno quattro canzoni sopra la media e il disco cresce molto ad ogni ascolto. Segnatevi questi titoli: People Want To Hear About Love, Wolf Moon, Big Box e A Rock Star Bucks A Coffee Shop. Copia non sigillata.

Una band molto interessante, qui al secondo lavoro. Sono originari di Nashville, ma non fanno country. Anzi. la vicinanaza di Steve Gunn (ospite nella jam strumentale Dialogue ) e l'amicizia con Jack White li hanno portati fuori dal seminato dove hanno inventato un suono che sta tra la psichedelia californiana dei Grateful Dead e certe svisate psichedeliche alla Big Star. Una band che mischia antico e moderno in modo geniale e che sa creare canzoni su una base sonora decisamente personale.

Lincoln Durham, al quinto album, è un autore decisamente particolare. Dalla voce al suono, Durham non è uno facile da etichettare: infatti le sue canzoni, che hanno il marchio di un bluesman cavernoso ( alla Tom Waits ), ma legato a sonorità blues - gothic - southern, sono decisamente originali e fuori dal coro. Se John Lee Hooker e Sleepy John Estes sono la fonte di ispirazione e Tom Waits la meta da raggiungere, Durham ci mette del suo per diventare sè stesso proprio attraverso le sue canzoni, che rileggono la storia del Sud degli Usa in modo personalissimo, filtrando le melodie tra un suono quasi Americana e geniali intromissioni gospel blues e rock. Un originale.