
pochi poeti come juan gelman hanno attraversato disperazione e orrore. il lettore di questa sua nuova grande raccolta se ne accorgera` subito. conoscera` una sofferenza che niente puo` placare, perche` "non ci sono farmacie dell`anima", e si chiedera` con l`autore se "non / scrissero mai la parola bonta` / nel libro del mondo". eppure pochi poeti come gelman, definito da tempo "voce poetica dell`argentina", comunicano tanto amore per la vita e per la poesia. vita, pieta`, gioia si incarnano spesso in immagini di bambini, che piangono, che mendicano, che giocano, che sognano, che provano desideri innocenti, che vanno alla scoperta della meraviglia delle cose. e tanti sono i poeti convocati fraternamente pagina dopo pagina: auden, rilke, holderlin, dante, cavalcanti, kavafis, celan con la sua morte per acqua, brodskij con il suo esilio, il "compagno" cernuda con il suo ricordarci "la nobilta` umana". piu` volte poi viene evocato catullo. cosi` gelman, questo poeta civile, cosi` attento al riscatto dell`uomo dagli abissi della crudelta` della storia, diventa poeta d`amore: si interroga con catullo su che cosa sono i baci, sul senso dell`amare e dell`odiare insieme, e scrive versi semplici, eterni, bellissimi come questi: "non so perche` ti amo. / so che per questo ti amo".

al centro della produzione poetica di rota sta il matrimonio con porzia capece, che mori` giovane e nel cui ricordo rota compose le rime. esse costituiscono un canzoniere, costruito sul modello di quello petrarchesco, tutto incentrato sul tema dell`amore coniugale, considerato nei due momenti in vita e in morte della donna amata, e presentano la vicenda con tratti di intensa commozione e drammatica musicalita`. l`introduzione e l`ampio commento che completano il testo, inquadrano il panorama letterario del cinquecento meridionale in modo nuovo e stimolante.


era il 1969 quando dario fo e franca rame portarono in scena per la prima volta quel mistero buffo nato per irridere i santi e i fanti secondo lo stile delle rappresentazioni medievali, secondo lo sguardo dei diseredati e dei dimenticati. negli anni il mistero e` cresciuto e si e` moltiplicato, si sono aggiunte molte storie, attinte dalle cronache "di giornata". cosi` giuseppina manin ha proposto a dario fo di ripensare ai tanti altri "misteri", pochissimo buffi ma terribili e grotteschi, che in questo mezzo secolo hanno scosso, minato, devastato nostro paese. e insieme sono partiti per un viaggio nella memoria attraverso una serie di "giullarate" per narrare un`italia di nuovo "in gran tempesta". punto di partenza, l`improvvisa e inspiegabile scomparsa del cavaliere silvio berlusconi, che avviene qualche tempo dopo la giubilazione del suo governo. sconcerto, sollievo, cordoglio, confusione, finche` l`ex premier riappare e racconta di essere stato, novello dante, niente meno che all`inferno, tra i protagonisti dei grandi misteri d`italia, dalla strage alla banca dell`agricoltura al dc9, dal rapimento moro allo scandalo delle escort. un percorso lietamente sgangherato, grottesco e paradossale, che improvvisa gli andamenti a seconda dello spasso che ogni storia riesce a procurare. per scovare, alla maniera di fo, fra tante menzogne, uno squarcio di verita`.




