
pietro apre gli occhi e vede una realta` sconosciuta: un collegio, un posto squadrato anche fisicamente, cinto da un muro oltre il quale s`intuisce l`acqua. forse e` un`isola. ma lui non sa perche` e` li`. nella sua mente ci sono sprazzi di eden: c`e` una ragazza che corre con lui, e` irina, la sua fata compagna di giochi. e da qualche parte, altrove, ci sono le immagini di un corpo femminile impossibilitato a muoversi, in un luogo misterioso. tornato a casa, vedra` la madre, bellissima e terribile, intrattenersi con stranieri che lui solo non vuole riconoscere come nazisti e sulla lapide di irina e fra le pagine del suo diario segreto apprendera` infinite cose sulle persone e sui tempi attorno a lui.

"la dismissione" e` opera che ha guadagnato nel tempo una bruciante attualita`. vi si leggono le sorti dell`ilva di bagnoli e della napoli operaia attraverso la vicenda di vincenzo buonocore, entrato all`ilva come semplice manovale e diventato, con gli anni, tecnico specializzato alla guida delle colate continue. a lui viene affidato l`incarico di smontare il suo reparto, venduto ai cinesi. al colpo durissimo reagisce in maniera imprevedibile. in preda a uno stato di esaltazione nevrotica, decide di eseguire il compito assegnatogli con una precisione e un rigore "assoluti". questa dismissione, dice a se stesso, dovra` avvenire "bullone per bullone", dovra` essere il mio "capolavoro", la prova tangibile del mio genio operaio. la meravigliosa dedizione di buonocore non cancella il lavoro negato ne` tantomeno la sconfitta, che e` la sua ma anche quella di tutta napoli e del paese nel suo insieme. il romanzo si chiude con un corteo funebre, tanto straziante quanto simbolico, e con il presagio di futuri disastri: dal dilagare della disoccupazione all`imperio di una camorra destinata a non avere piu` freni. a napoli si e` aggiunta taranto, ma il quesito rimane lo stesso: perche` tanta cieca improvvisazione? la risposta di buonocore - di tutti i buonocore d`italia, vecchi e nuovi - non muta: perche` abbiamo un capitalismo straccione e una classe dirigente inetta e famelica.

