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Vai_E_Vivrai_-Mihaileanu_Radu_Dugrand_Alain

romanzo nato insieme al progetto cinematografico di "va, vis et deviens", del regista rumeno radu mihaileanu e presentato al 55? festival internazionale di berlino, racconta la storia dei falasha - gli ebrei neri - e dell`epico viaggio verso gerusalemme. la storia di un bambino cristiano che, fatto passare per figlio di una madre falasha, arriva nella citta` santa e deve cominciare a vivere, a diventar grande sapendo che non e` ebreo, che non e` un orfano, che non e` ancora nulla. ma che vuole diventare un uomo.

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i due romanzi autobiografici di ce`line pubblicati nel 1952 e nel 1954 sono stati scritti come un unico corpo narrativo, tanto che in un primo momento l`autore li aveva intitolati `fe`erie pour une autre fois i e ii`. in italia ora vengono riuniti insieme in un unico volume. leggendo di seguito l`andirivieni delle vicende raccontate, dai bombardamenti su parigi alla prigionia in danimarca, al ritorno in francia dopo l`amnistia, si puo` cogliere nei due romanzi contigui un`unica storia in cui si rincorrono continuamente gli stessi furiosi deliri e le stesse ossessioni paranoiche. , per la versione del poeta giuseppe guglielmi che einaudi stampa nel 1987, il termine `fe`erie` e` in effetti polisemico perche` associa il senso della fiaba alla fantasmagoria o insomma rimanda sia a un`astrazione fantastica sia a una sua teatralizzazione. la materia e` nella prima parte fornita dal ricordo della vita quotidiana di ferdinand e lili a montmartre durante l`occupazione, poco prima della fuga verso la danimarca. virata nei colori piu` tetri della malinconia, immaginata nello spazio asfissiante della reclusione a copenaghen, ritmata sui lacerti della memoria che deraglia di continuo, la narrazione va e viene nello spazio-tempo, a strappi, il ricordo si interpone dilatandosi nei modi di un delirio che sappia liberare musica e sia pure una musica che esala dalla vita in rovina. la parola torna infatti sulla pagina a scosse e soprassalti, il ricordo si confonde con la sua stessa invenzione, la storia non e` altro se non la massima espressione del teatro del mondo>. (dalla prefazione di massimo raffaeli)

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