"fisso e` il pensiero alle sorti d`italia: il fascismo mi pare gia` un passato, un ciclo chiuso e io non assaporo il piacere della vendetta, ma l`italia e` un presente doloroso". cosi` annotava croce nei suoi taccuini di lavoro il 27 luglio 1943 e, proprio con queste parole, riemerge dall`isolamento e da` avvio a una fase radicalmente nuova di impegno e partecipazione alla vita politica, dalla quale si era tenuto distante. i "taccuini" permettono di penetrare in un laboratorio in cui l`attivita` di studioso si accompagna a quella di politico militante: un politico lungimirante, concreto, impegnato a dialogare con le personalita` piu` rilevanti dell`epoca. ma permettono anche di ripercorrere anni cruciali della storia italiana attraverso una testimonianza diretta.
	un ragazzino curvo scrive su un tavolo. letteralmente. non scrive su un foglio appoggiato sul tavolo, ma direttamente sulla sua superficie. oppure: un naufrago, lacero ed emaciato si trascina; verso una bottiglia d`acqua o una spiaggia? no, verso un libro, scelto fra tanti sullo scaffale di una libreria. attraverso questi e molti altri disegni matticchio unisce la sua grazia nel tratto del disegno a una non comune inventiva: il mondo del libro, del leggere e dello scrivere ci appaiono cosi nella loro natura fantastica, ironica, passionale, a volte fanatica. e come spesso accade quando si cammina sul filo tagliente dell`ironia, questo mondo ci appare nella sua piu` splendente verita`.
	
	
						