

lucia ha dieci anni ma non vorrebbe chiamarsi lucia. ammira molto la sua bella mamma, che fa la poliziotta. suo padre invece la imbarazza: e` giardiniere, ma in realta` vaga nei boschi e se ne torna sempre a casa "con quelle cose li`", e pare ogni volta capitato li` per caso a combinare qualche guaio. il libro racconta l`avventura di una bambina che per la prima volta si confronta con il mistero della natura e la violenza della storia. e` una favola moderna, che parla della distanza che separa e dell`affetto che avvicina, e invita a ritrovarsi nelle cose davvero importanti.


una fiaba nera e misteriosa che si svolge tutta in una notte, fino all`alba. l`incanto sospeso della fiaba si affianca alla capacita` del romanzo di andare fino al fondo dell`animo di due adolescenti di fronte alla morte della madre. che vorra` dire per loro la perdita di ogni sicurezza, compresa la casa dove trascorrono questa inquieta vigilia del loro destino, che e` la veglia funebre definitiva della fanciullezza. la notte e il bosco sono l`ambiente in cui i due fratelli affrontano le proprie paure, in un`atmosfera misteriosa in cui gli inserti della fiaba modulano su variazioni minime l`attesa e l`angoscia, ma anche le speranze per il futuro.

"che credibilita` si puo` avere nel motivare gli altri se non si e` capaci di motivare se stessi? nell`indirizzare gli altri se non si e` capaci di indirizzare se stessi? nel far crescere gli altri se non si e` capaci di far crescere se stessi?" il piu` grande successo di un individuo consiste nel realizzare se stesso. cio` presuppone innanzitutto accettarsi, guardarsi con lo sguardo curioso e benevolo di chi vuole esplorare un territorio sconosciuto per coglierne i frutti. non si realizza se stessi adottando un "modello vincente" che magari ci costringe a vivere la vita di un altro, si realizza se stessi nel regalare al mondo la propria piu` autentica essenza. guidati dalle riflessioni illuminanti dell`autore, potremo riscoprire nuovi e piu` profondi significati, spesso controcorrente, in concetti come verita`, coerenza, responsabilita`, rispetto, perdono e perfezione. e sapremo trovare la nostra personale via per metterli in atto nella nostra vita. riscoprire il talento dell`autenticita` e` il primo passo: per essere realmente felici; per creare legami solidi in ogni contesto di vita; per riconoscere e coltivare le potenzialita` proprie e altrui; per mettere fuori gioco i limiti di ciascuno.







lo zen e` la scuola buddhista piu` refrattaria a ogni pensiero concettuale, la piu` scettica nei confronti del linguaggio e della sua capacita` di trasmettere quella viva verita` che lo zen chiama a realizzare nel modo piu` diretto. la sfida di questo saggio di byung-chul han consiste nel dispiegare filosoficamente il nucleo concettuale presente nel buddhismo zen in forma latente, poetica e sconcertante. operazione non facile ma feconda, perche` permette al nostro pensiero di aprire nuovi orizzonti di senso, di esperienza e di espressione. il libro e` impostato a tal fine in senso comparatistico: le grandi voci del pensiero europeo-occidentale, da platone a hegel e heidegger, vengono messe a confronto con le intuizioni fondamentali del buddhismo zen. piuttosto che cercare punti di contatto e di somiglianza, come talvolta e` stato fatto, l`autore mira a far risaltare l`irriducibile originalita` del buddhismo zen rispetto alle nostre familiari abitudini di pensiero. al centro vi si staglia naturalmente l`intuizione del vuoto. la negazione radicale che esso opera di ogni idea di sostanza e soggetto apre la realta` a un`insospettabile fluidita`, e chiama l`uomo a un contegno di gentilezza amichevole nei confronti di ogni vivente.