


il 22 dicembre 2006 e` stato firmato il "manifesto di autoregolamentazione della moda italiana contro l`anoressia": un impegno congiunto tra governo e mondo della moda per una parziale ma significativa azione di contrasto a malattie come l`anoressia e la bulimia, sempre piu` diffuse tra le giovani generazioni. l`autrice, impegnata nella guida del nuovo ministero per le politiche giovanili, ripercorre la genesi di questo esperimento di responsabilita` politica e sociale, intrapreso per contrastare malattie che colpiscono, in nove casi su dieci, soprattutto le donne. partendo dai dati della ricerca clinica, che vede nei modelli socioculturali uno dei fattori implicati nella crescente diffusione dei disturbi alimentari, la sfida delle politiche giovanili ha puntato sulla collaborazione tra diverse forze sociali - le istituzioni, la comunita` scientifica e la moda - fino a raggiungere il risultato di una vera e propria "carta dei valori" che vincola la moda nazionale a un impegno senza precedenti, con lo scopo di tracciare un confine netto tra corpo magro e corpo malato. il libro illustra la valenza simbolica e gli impegni concreti contenuti nel manifesto, evidenziando l`urgenza di una prevenzione fondata sull`ascolto, sulla responsabilita` sociale e sulla promozione di modelli culturali positivi. dal corpo "cucito" nell`icona della magrezza, dunque, verso un`autostima dei giovani fondata sulla valorizzazione della propria bellezza individuale.

nella citta` di vetro, palermo, accadono fatti inspiegabili e crudeli. tra effetti illusionistici, strane apparizioni, diffuse superstizioni, animali bionici, agisce una setta, gli `schiacciatori di teste`: uccidono in modo atroce. non c`e` un piano leggibile, le morti piombano su persone accomunate solo da una certa sensibilita`. indaga ersilia, giovane vedova, minacciata e controllata dagli assassini, ma inspiegabilmente risparmiata. intorno scorrono i giorni normali, ma tesi e resi frenetici, angosciosi, da un senso di pericolo da ultimi giorni dell`umanita`.


lars andemening e` critico letterario nella redazione di un giornale a stoccolma. ha perso la famiglia nella polonia occupata dai nazisti, e` stato adottato da una coppia svedese e ha smarrito le sue origini. si e` dato un nome e si e` convinto di essere il figlio di bruno schulz, il grande scrittore ucciso dai nazisti. a stoccolma conduce una vita da escluso: pubblica le sue recensioni il lunedi` (il giorno in cui non le legge nessuno perche` parla sempre di autori troppo difficili), non partecipa ai pettegolezzi di redazione perche` nel pomeriggio si ritira a casa, ha due divorzi alle spalle. unica eccezione al suo isolamento e` la frequentazione della signora heidi eklund, una profuga tedesca, proprietaria di una polverosa libreria.

meta` degli anni ottanta in un`imprecisata citta` romena: tornando a casa da scuola, l`undicenne dzsata fa appena in tempo a salutare il padre scienziato che sta partendo per un lavoro urgente fuori citta`. all`inizio arriva qualche cartolina, poi le notizie si diradano, tendono a scomparire del tutto. e un giorno dzsata scopre, nel piu` brutale dei modi, che il padre non sta lavorando in una stazione di ricerca in riva al mare ma alla costruzione del canale danubio - mar nero, uno dei faraonici progetti di ceausescu, che per realizzarlo utilizzo` migliaia di prigionieri politici, molti dei quali morirono. dzsata cerca di alleviare il dolore e la solitudine della madre. la protegge come puo`, sino dove gli e` possibile, dalla realta` in cui lui stesso si trova a vivere: che se da un lato e` quella di tutti i ragazzini di questo mondo, dall`altro e` pero` anche lo specchio di un paese che sembra ormai essere privo di qualsiasi legge morale, dominato com`e` dalla meschineria, dalla crudelta`, da una violenza politica e privata che ha permeato anche la lingua. cosa pensare dell`allenatore che costringe i ragazzi a giocare a pallone nonostante la nube radioattiva di cernobyl, degli operai che crudelmente deridono dzsata dopo avergli fatto credere che il padre lavora li con loro, del nonno "compagno segretario" che gli regala una vecchia luger e lo esorta a esercitarsi sui gatti del giardino, dei compagni abbrutiti e violenti, sempre pronti a estrarre il coltello, a massacrare di botte i "nemici"?

nino motta, tipografo, abbandona milano e la famiglia (una famiglia disperata e ostile) e torna a messina, sotto le mentite spoglie del giornalista, per "indagare" sulla sua infanzia in collegio che, da sempre, e` rimasta intrappolata da una memoria "a macchie", incerta, segnata da un misterioso trauma. una volta in loco non ha difficolta` a far parlare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni, anzi il suo invito a parlare li trasforma in generosi narratori orali. e cosi` le molte testimonianze si incrociano affollandosi intorno a due immagini che hanno accompagnato la vita di nino motta: il cappello del padre appeso in corridoio e la figurina della madre marietta che sale verso il collegio nel suo cappottino striminzito...


"c`e` in noi un potenziale di vitalita` che, a forza di frustrazione, passa sul piano dell`atto aggressivo." in pochi giorni, in maggio, nasce un grande movimento rivoluzionario. rivoluzionario perche` contesta i fondamenti, i postulati primi della nostra societa`. e tutta una civilta` cui si ingiunge di spiegarsi. dalle commissioni di lavoro, dai comitati di base, dalle assemblee generali nascono nuove forme di intervento e un linguaggio politico originale: la volonta` di affrontare di petto i problemi essenziali, di procedere a una revisione totale, senza debolezza, senza cedimenti di fronte all`inerzia e all`abitudine. istigato anche dalla repressione, il movimento trova la sua unita` nella contestazione. contestazione dell`universita` oppressiva per i suoi metodi, arcaica nelle sue strutture, inadatta nel suo contenuto. contestazione di una societa` insipida nelle sue ambizioni, inumana nei suoi rapporti, alienante nella sua organizzazione.















Il secondo volume dell'opera folk Lines, Edizione in digipack


il saggio piu` antico, "cio` che dobbiamo a primo levi", e` del 1989; il piu` recente, "il canto di ulisse", e` del 2018. sono esattamente trent`anni che pier vincenzo mengaldo, noto critico e storico della lingua italiana, studia i testi di primo levi, ne analizza la scrittura, ne individua il senso piu` profondo. la

