


a gemma, selvaggia isola delle coste di malizia, nessuno ha dimenticato il destino di marta matarasso: la fanciulla era morta durante la prima notte di nozze tra le braccia del marito stamos marinakis, il fondatore del grande magazzino l`europeo. cosi, quando s`annuncia il matrimonio tra il nuovo proprietario dell`emporio, l`idealista e sognatore geronimo franck, con la bellissima alia emar, i presagi non sono favorevoli. in effetti le cose si complicano subito. in primo luogo, il popolo di gemma ha sempre sognato di rendersi indipendente dall`impero austro-ungarico, e la situazione politica e diplomatica s`infiamma. inoltre di alia s`innamora perdutamente stefano coppeta, discendente del mitico leader indipendentista dell`isola ucciso dagli austriaci.

a cinque anni dal "lunario dei giorni d`amore", guido davico bonino propone un "libro da comodino" che a quello si collega, anche se diversamente concepito. nella scansione di una lettura al giorno, lungo l`arco di un intero anno, la poesia non si alterna piu` alla prosa, ma colma tutte le esigenze espressive che la fenomenologia amorosa ha saputo, attraverso i millenni, e sotto ogni cielo, provocare. il volume raccoglie infatti una gran varieta` di liriche, diverse per generi e autori: dagli arabi ai cinesi e giapponesi, dagli anonimi cantori del continente africano o delle civilta` indoamericane ai maestri della tradizione lirica europea, alle voci poetiche delle ultime generazioni.

la laicita` della democrazia - sostiene rusconi, confrontandosi con autori classici e contemporanei e con alcuni documenti ecclesiastici - coincide con lo spazio pubblico in cui tutti i cittadini, credenti e non credenti, confrontano i loro argomenti e seguono procedure consensuali di decisione senza far prevalere, in modo autoritativo, le proprie certezze o verita` di fede. `come se dio non ci fosse` e` la formula per esprimere questa concezione radicale di laicita`: il postulato dell`autonomia razionale dell`uomo e della donna. cio` che conta in democrazia e` la capacita` di reciproca persuasione, non la presunzione di avere certezze assolute.

pubblicato in italia nei "supercoralli" nel 2001, "il libro del buio" viene riproposto in edizione tascabile. il 10 luglio 1971 un commando militare irrompe nella residenza estiva del re a skhirate, in marocco. ma il colpo di stato fallisce. i soldati che avevano preso parte alla missione (molti senza neanche conoscerne l`obiettivo) vengono rinchiusi in un carcere scavato nel sottosuolo, sepolti vivi per 18 anni nelle tenebre piu` assolute. tra essi c`e` salim, la voce narrante, cantastorie dalla memoria prodigiosa. poi ci sono gli altri: walkrine, lo specialista degli scorpioni, ustad, l`asceta, karim l`uomo che sa contare il tempo, achar il cattivo che si fa scudo con la forza dell`invidia e della grettezza.

annibale e` un barbiere stralunato che un giorno decide di mandare al diavolo rasoi e pennelli per seguire, magari sui pattini, le proprie fantasie di eterno adolescente ribelle. fra un mambo e una ninna nanna, la storia di annibale si dipana lieve, ma in filigrana racconta di un sentimento generazionale.

pur mantenendo la divisione tradizionale tra storia moderna e contemporanea, segnata dalla cesura del 1815, questo manuale si presenta profondamente innovativo sotto diversi aspetti. non e` una storia esclusivamente italiana o europea, e` una storia narrata, caratterizzata da uno sforzo squisitamente letterario.

nell`arco di pochissime ore - giusto il tempo per un uomo e una donna, amanti da tempo, di incontrarsi in un celebre caffe` romano e di recarsi poi a una festa - sono concentrati la vita e il mondo di clemente, socialista disincantato, ex potente che sta vivendo l`ora del declino e della sconfitta.










una paura atavica e insuperabile attanaglia da sempre julian barnes, quella della propria estinzione. nessun conforto puo` venire dalla fede, all`agnostico scrittore, che fin dalla prima riga confessa: . non resta dunque che unirsi alla fitta schiera di illustri tanatofobici che l`hanno preceduto - da montaigne a renard, da rachmaninov a larkin - provando a convincersi che nel grande non c`e` niente, ma proprio niente, di cui avere paura. , scriveva jules renard quand`era giovane e in salute. . lo sa bene julian barnes, che dell`una e dell`altro ha sempre fatto ampio uso nel tentativo di esorcizzare la piu` atavica e insuperabile delle paure, quella della morte, senza mai riuscire ad addomesticarla. quali armi restano, dunque, all`agnostico scrittore che, per trovare sollievo dall`idea dell`estinzione, non puo` neppure contare sul balsamo della fede? be`, innanzitutto ricordare che, oltre a essere la piu` viscerale e antica, la paura della morte e` anche la piu` comune e condivisa. e se e` vero che , guardarsi intorno puo` aiutare. julian comincia dal suo entourage piu immediato, la famiglia di sangue - suo padre, un professore , sua madre, anche lei insegnante, ma , e suo fratello maggiore jonathan, filosofo aristotelico, ateo, asciuttamente pragmatico - trovandoli tutti piu` bravi di lui in . allarga quindi lo sguardo ai compagni quotidiani della sua vita, la sua : artisti, filosofi, compositori e soprattutto scrittori, in primo luogo jules renard, di cui ripercorre la brev

l`olocausto e` molto studiato, molto commemorato e molto raffigurato. ma ancora ci sono aspetti importanti della sua storia che sono stati trascurati. il volume ci permette di approfondire le nostre conoscenze sull`argomento, qui trattato in tutti i suoi aspetti e su scala globale. dan stone sottolinea come l`idea di sia incompleta: molte persone vennero in realta` uccise nei luoghi in cui vivevano e nei modi piu brutali. delinea la pervasivita` del collaborazionismo in tutta europa, sostenendo con forza che dobbiamo smettere di pensare all`olocausto come a un progetto esclusivamente tedesco. considera anche la natura del trauma generato dall`olocausto e i motivi per cui la sofferenza ebraica deve ancora essere pienamente valutata. per stone, il nucleo principale da cui partire per comprendere il pensiero e l`agire dei nazisti e` l`ideologia genocida, delle cui origini fornisce un`approfondita analisi. mettendo a frutto decenni di ricerche, il saggio sovverte molto di cio` che pensiamo di sapere sull`olocausto. l`autore utilizza documenti nazisti, ma anche diari, testimonianze del dopoguerra e persino i prodotti di fiction, per esortarci, in un`epoca di crescente nazionalismo e xenofobia, a comprendere in tutta la sua portata e complessita` la vera storia di un trauma che non smette di sconvolgere le coscienze.

il polacco, un pianista noto per le sue interpretazioni austere, sviluppa per la piu` giovane beatriz un amore lirico e irragionevole. lei, che ama farsi trasportare dalla musica, e` riluttante a farsi trasportare dal lirismo, e si oppone all`idea di diventare una musa, un oggetto del desiderio, la sua beatrice. rivelarsi l`uno all`altra e` un`arte sottile, destinata forse a rimanere inattingibile, che solo la scrittura esatta e imprevedibilmente ironica di j. m. coetzee riesce a catturare. (). lei e` una donna elegante, della buona societa` di barcellona. lui e` un pianista settantenne, austero interprete di chopin. il nome di lei e` beatriz, quello di lui e` cosi` pieno di w e di z che lo chiamano semplicemente . dopo il concerto organizzato dal circolo musicale del barri go`tic e la successiva cena, non paiono destinati a rivedersi. a lei, in fondo, il concerto non e` neppure piaciuto: troppo secco e severo. eppure, a distanza di mesi, il polacco torna in spagna: . da quando l`ha incontrata, la sua memoria e` piena di lei. beatriz, assicura il polacco, e` per lui cio` che beatrice era per dante: il suo destino, la risposta all`enigma della sua vita. beatriz non e` d`accordo - -, non apprezza i complimenti di lui, lo trova arido, cadaverico, privo di ardore. qualche giorno insieme a maiorca, un`avventura incerta in una lingua, l`inglese, che non e` quella di nessuno dei due. e tutto cio` che beatriz concede al polacco, alla sua ammirazione per lei. poi piu` nulla. cio` che rimane della loro storia, del cieco amore del pianista per la donna sposata co