
pubblicati a venezia nel 1570 ma attesi e lavorati per un ingente numero di anni, "i quattro libri dell`architettura" rappresentano la summa architettonica del rinascimento tardo e il purissimo distillato della sapienza di palladio: sapienza empirica, costruttiva, ma cio` nondimeno raffinata; lungamente ricercata e modellata sul fondamentale exemplum di due illustri predecessori: marco vitruvio pollione e leon battista alberti. in nessun modo tuttavia palladio puo` essere considerato semplice imitatore: la materia architettonica trattata - quadripartita in dottrina classica degli ordini, edifici dei privati cittadini, costruzioni di pubblica utilita`, architettura religiosa antica - pur prendendo avvio dall`attenta lettura e dal rilievo del patrimonio monumentale dei romani, si e` trasformata in invenzione originale. il "nuovo" classico di palladio e` lontano da ogni neoclassicismo di maniera: cio` che vive nella sua architettura - e ne fa un organismo unico, "uno intiero e ben finito corpo" - e` un sistema di relazioni necessarie, perfettamente calcolate benche` non manifestate apertamente: proporzionalita` in cui geometria e musica si armonizzano. difficilmente sopravvalutabili nella vastita` della portata, "i quattro libri" di palladio - per quanto spesso semplificati o equivocati - hanno influenzato l`architettura occidentale per i successivi quattro secoli, modificandola in modo irreversibile.

l`autore identifica la piazza quale teatro tipicamente italiano della vita pubblica e della lotta politica, ricostruendo, attraverso le trasformazioni dell`uso della piazza, le trasformazioni della vita civile italiana. dai moti del 1848 alle cannonate di bava beccaris e ai grandi scioperi, dai comizi interventisti alle adunate oceaniche del fascismo, da piazzale loreto ai disordini di piazza, ma anche alle piazze dei paesini, questa e` la storia dell`ultima stagione in cui "l`andare in piazza" e` stato parte integrante della vita dei cittadini, prima che la televisione diventasse il luogo della vita pubblica. il testo esamina anche come l`uso politico della piazza si stia riaffermando, in un interscambio fra la piazza mediatica e quella reale.


partecipe in eguale misura dell`estrema dolcezza orientale e di una certa crudezza di ritmi di tipo occidentale, in queste "poesie d`amore", accompagnate dalle foto di robert doisneau, hikmet ci mostra le due facce della sua natura, lirica ed epica, saldate in un risultato unico. versi immortali, che riassumono nell`elemento erotico i diversi aspetti dell`attivita` e dell`esperienza dell`autore, poeta d`amore perche` prima di tutto poeta di battaglie e di idee.


la storia di un uomo che tutti nella piccola gualtieri chiamavano "al matt", che ha sempre vissuto ai margini, da disadattato, scambiando i suoi quadri per un piatto di minestra - quadri che finirono spesso nelle stalle o a sbarrare vecchie finestre, fino a quando il suo talento non fu scoperto proprio da uno psichiatra durante il ricovero in manicomio. la sua arte, ma soprattutto le passioni, le vicissitudini, gli aneddoti, gli amori di un uomo divenuto un mito nella "bassa" del novecento. dall`infanzia a san gallo nella svizzera tedesca alla vita selvaggia nella golena del po, fino al successo e all`eredita` umana e artistica lasciata ai posteri.

"la mamma e il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono. lui aveva diciott`anni, lei sedici, io tre". dagli slums di baltimora ai cafe` society di new york, dagli studi di registrazione alle galere americane, dalla violenza del razzismo subi`to all`affrancamento ottenuto attraverso il successo nel mondo dello spettacolo, dalle frequentazioni eccellenti all`inferno della dipendenza dalla droga, billie holiday insegue sempre un sogno di dignita` umana, di qualita` dell`esistenza puntualmente contraddetto dalla realta`. l`unico ambito in cui questa fatica di vivere e di combattere trova sublime compimento e` la musica, e tutto il mondo sa quanto la voce di billie holiday testimoni vertigini di sensibilita` che vanno oltre le canzoni.




