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amos oz e`, probabilmente, lo scrittore israeliano piu celebre all`estero. ama la quiete del deserto, ma non e` un uomo che ha scelto di vivere ai margini del mondo. matteo bellinelli, che ha raccolto questa intervista, ha realizzato numerosi documentari per la televisione svizzera in europa, negli stati uniti, in asia e in medio oriente. ha intervistato numerosi protagonisti della letteratura contemporanea.

la lunigiana alla fine degli anni sessanta. la durezza della vita operaia, l`orrore dell`emigrazione. la musica di puccini che avvolge il piccolo mauri e la magica meri, vergine, madre, zingara, amante.

il romanzo e` una grande favola storica che ha per sfondo lo scenario operaio del porto di genova e quello primitivo di un isola del pacifico. giacomo e` uno stranito sacerdote, inviato come missionario nel pacifico. a moku iti, sotto il suo nero vulcano, giacomo impara la febbrile indolenza di un popolo che - lui lo sa bene - non ha bisogno della sua religione. la figlia di re john, lucy, gli cresce accanto, bella, forte, avviata ad un destino di regina bambina. giacomo e lucy si dicono, muti, le parole indecifrabili che fanno da ponte fra due civilta`, fra due storie, fra due mondi, l`uno e l`altro minacciati dalla fine, ma entrambi depositari di un`ultima ricchezza, di un`ultima folgorante, disadorna verita`.

"vorrei che tutto apparisse meno romanzesco possibile, perche` non se ne puo` piu` di queste vite da romanzo a cui dovrebbe somigliare anche la nostra. giorno per giorno passa la vita e basta. io mi ritrovo con undici taccuini scritti in fretta, spesso illeggibili, senza nessun ordine. sono appunti su aspetti che mi sono diventati familiari in questa parte del mondo, con elenchi di parole wolof, discorsi scritti in fretta, figure di amici con cui cui ho vissuto in queste terre, idee di per un film sul villaggio di diol kadd, e frasi e che non so chi le abbia dette." lieve, affettuoso e complice, lo sguardo di celati ci restituisce l`allegria e la pace, lo sfarzo delle vesti femminili durante le feste, lo sciamare dei bambini, la lenta e cauta sopravvivenza di questo villaggio di duecento anime, governato soprattutto da donne. non c`e` nessuna idealizzazione, ma c`e` senza dubbio la percezione di un tempo "diverso", di un tempo quasi fermo, che parla con una voce che ci tocca da vicino. una testimonianza d`eccezione di un modo di vivere tanto piu` povero e, al contempo, piu` ricco di quello in cui si dispiegano le nostre esistenze quotidiane.

gerusalemme, l`inverno tra la fine del 1959 e l`inizio del 1960. shemuel asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata gesu` visto dagli ebrei, a causa dell`improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, yardena. shemuel e` sul punto di lasciare gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell`universita`. vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. quando si reca all`indirizzo riportato nell`annuncio, shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, gershom wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, atalia abrabanel. si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di gershom wald. chi e` veramente atalia? cosa la lega a gershom? di chi e` la casa dove vivono? quali storie sono racchiuse tra quelle mura? shemuel asch trovera` la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensi` ancorato all`idea che si ritrova nei vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di giuda, aver consegnato gesu` alle autorita` e a ponzio pilato, non fu altro che l`esecuzione di un ordine di gesu` stesso per portare a termine il suo disegno.

"l`amore. cominciamo da qui, parliamo d`amore. ma per farlo dobbiamo ricordare che anche i sentimenti hanno una storia. tutto cambia nel tempo, persino questo sentimento che una retorica tanto facile quanto ingannevole ci spinge a considerare immutabile. dimentichiamo allora la concezione romantica e cerchiamo di capire che cos`era l`amore per i greci, cerchiamo, addentrandoci in un mondo lontano, di cogliere i diversi volti di quell`amore. innanzitutto, per i greci l`amore era un dio di nome eros. un dio armato, che con il proprio arco scoccava frecce spesso mortali. chi ne veniva colpito non aveva scampo: si innamorava. ma eros non era solo sentimento, era anche desiderio sessuale...".

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