




l`eta` forte narra la vita di simone de beauvoir a partire dalla sua emancipazione intellettuale e sentimentale. rivivono le prime esperienze d`insegnante a marsiglia, a rouen, a parigi, i lunghi viaggi attraverso la spagna, la grecia, l`italia e il marocco, gli incontri e le discussioni con gli intellettuali francesi, da paul nizan a merleau-ponty, da camus a queneau. in ognuna di queste esperienze, la beauvoir ha vicino sartre, l`uomo con cui ha diviso aspirazioni, difficolta`, problemi.



esiste una roma che non compare in nessuna guida turistica, una citta` nella citta` fatta di inattesi frammenti di magia. una roma in cui la parola d`ordine e` girovagare, dalla primavera all`inverno, sotto la pioggia e sotto il sole, con il naso all`insu` o gli occhi ben piantati, in attesa di quelle scoperte che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo: il capolavoro meno visibile della storia dell`arte, una piazza affollata di poeti come un ascensore, l`elefantino del bernini "con un obelisco sul groppone", il pavone che passeggia sulla garbatella... nove anni dopo "isole", marco lodoli torna a vagabondare nella capitale per recuperare tutto cio` che non aveva trovato posto nella sua prima "guida". un libro che e` un invito a "scantonare" dalla vita di tutti i giorni, per imparare a riconoscere la bellezza e godersela, fino in fondo.

Nell'essere padre la biologia può entrarci poco o niente. Però c'entra moltissimo l'amore. Marcus è orfano a sette anni, ma resta, a pugni stretti, curioso e assetato di vita. Un impreparato padrino lo accoglie senza chiedergli niente e impara, giorno dopo giorno, a volergli bene come solo un padre sa fare. Una strampalata, allegra e variopinta comunità alla Malaussène lo adotta e se ne fa carico. Un libro che fa vedere le ferite della vita e insieme racconta l'importanza dei buoni, di quelli, cioè, sulla cui spalla puoi posare la testa per dormire.





pubblicato a ridosso del sacco di roma, nel 1528, pochi mesi prima della morte del suo autore, e accompagnato subito da un immenso successo, "il libro del cortegiano" e` un testo dalla complessa e affascinante architettura retorica, nella quale si riflettono i grandi modelli classici. considerato per molto tempo la grammatica della societa` di corte, e` soprattutto una prova letteraria che affonda le proprie radici nei problemi di un`epoca percorsa da cruciali dilemmi e lacerazioni. un trattato che affronta i temi caldi di un momento di grandi cambiamenti: la crisi italiana nel contesto europeo, la dubbia moralita` degli uomini di governo, l`assenza di un principe italiano, la centralita` della roma pontificia, l`emergere di nuove istituzioni monarchiche. l`introduzione e il commento di walter barberis lo riportano alla sua filigrana politica ed esistenziale, fornendo al lettore le chiavi per comprenderlo e apprezzarlo nella dimensione piu peculiare e innovativa.


"vivere e narrare. l?essere umano, in quanto "animal narrans", si distingue dagli altri animali per il fatto che narrando realizza nuove forme di vita. la narrazione ha la forza del nuovo inizio. lo storytelling, di contro, conosce solo una forma di vita, quella consumistica". le narrazioni sono in crisi da tempo. ridotte ad ancelle del capitalismo, si trasformano in storytelling e lo storytelling, ormai ubiquo, scade nella pubblicita, nel consumo di informazioni. l?accumulo di notizie ha preso, insomma, il posto delle storie. dati e informazioni, pero, frammentano il tempo, ci isolano e ci bloccano in un eterno presente, vuoto e privo di punti di riferimento. a diventare impossibile e la felicita stessa. perche la vita, con tutti i suoi imprevisti, inciampi, tentativi ed errori, incontra la pienezza solo quando puo essere condivisa e tramandata all?interno di una narrazione collettiva.


questo libro ripercorre in sequenza cronologica gli straordinari esiti figurativi dei primi cinquant?anni del quattrocento italiano, proponendosi di restituire l?incalzante avvicendarsi di opere e artisti in precise interazioni e conseguenze. l?obiettivo e quello di far maturare la consapevolezza che una precisa griglia cronologica e geografica non e questione meramente nozionistica, ma modello di una struttura cognitiva globale e condizione preliminare di qualsiasi tentativo di interpretazione. il racconto non si focalizza solo sui fatti maggiori, ma tenta anche di documentare, almeno per scorci improvvisi, l?infinita varieta di realta minori, eppure dotate di una loro fisionomia. le velocita di acculturazione dell?epoca erano assai disuguali a seconda dei luoghi e dei contesti, cosi come nella stessa firenze, in relazione ad ambiti diversi di committenza. l?apprezzamento di valori divergenti non e pero in contraddizione con l?enfasi posta sulle cesure innovative. cosi come ci si avvicina ai grandi cominciando a studiarne i riflessi nei minori, anche dalle resistenze e dalle dissonanze si arriva a comprendere la portata delle sperimentazioni piu radicali.