
a oltre settant`anni dalla morte, salvatore di giacomo (1860-1934) rimane uno scrittore ben vivo nella cultura contemporanea. e tuttavia, l`immagine piu` diffusa di questo protagonista della letteratura italiana fra otto e novecento appare, se non fuorviante, senz`altro parziale e riduttiva. cosi`, spesso si trascurano o s`ignorano, fra l`altro, le sue varie e vaste letture, i suoi numerosi e approfonditi interessi culturali, e soprattutto il suo respiro creativo autenticamente europeo. non e` un caso, d`altronde, che i versi ora teneri, ora malinconici, ora amari del suo raffinato canzoniere abbiano colpito profondamente numerose voci critiche autorevoli tra cui eugenio montale, pier paolo pasolini, gianfranco contini, benedetto croce.

intelligente, volitiva, anticonformista: questa era elisabetta, imperatrice d`austria e ungheria, passata alla storia come sissi. qualita` poco apprezzate in una donna a quei tempi; qualita` che le costarono la felicita`.

forse mai come in questo libro del 1953 landolfi si e` azzardato a parlare di se stesso. e naturalmente non poteva farlo che nel modo piu` paradossale, alternando e mescolando la confessione da romanzo russo, la provocazione e la mistificazione. il risultato e` il ritratto di un personaggio, pronto a tutto "pur di non vivere", e disposto a trovare fugaci compromessi per attraversare le lande della noia solo se aiutato dalle complici potenze delle donne e del gioco. potenze soccorrevoli che presto si riveleranno persecutorie e riattizzeranno il desiderio di una perenne fuga.

"verbale" e` il rendiconto di una nuova tappa verso quella sua laica "noche oscura" dove principio e fine (agostinianamente) s`incontrano e si confondono, in un reciproco scambio di ruoli e di identita` e a dispetto di ogni tentazione consolatoria. ranchetti esorcizza ogni atteggiamento retorico (l`invocarla come il temerla) verso quella nostra finale e fatale me`ta che un grande etnologo come ernesto de martino definiva "crisi della presenza". e del resto "io come il ragno tesse/ la sua tela traendola/ da se` da se` ed essa/ e` per lui nido territorio e arma e per altri morte/ cosi` cio` che da me/ proviene e` solo/ altra forma del corpo/ e della mente nella crescita/ del puro delirio".




un`opera diventata un punto di riferimento imprescindibile, uno dei piu` grandi critici del novecento ci accompagna all`origine della nostra letteratura: con la capacita` di analisi e lo stile unico che lo contraddistinguono, gianfranco contini esamina le fondamentali trasformazioni portate alla lingua e alla letteratura italiana dalle "tre corone" dante, petrarca e boccaccio, indaga il ruolo cruciale rivestito da scuole e autori "minori" nel diffondere un nuovo linguaggio poetico ed evidenzia le peculiarita` di opere nate in un contesto linguistico-culturale irripetibile, caratterizzato dall`incontro tra latino e volgari regionali. attraverso un`accurata scelta di testi, contini ci restituisce per intero il fascino e la grandezza di decenni ancora oggi considerati tra i piu` fulgidi nella storia poetica dell`umanita`, e mostra perche` il duecento costituisce davvero "il secolo incomparabilmente piu` importante delle nostre lettere".


come il diario in versi "viola di morte" (1972), anche "il tradimento", che ne e` "grave e terribile seguito", sembra alimentato dal furore e dalla rabbia, quasi che scrivere colmasse in landolfi - sono parole di citati -"una tremenda voragine esistenziale, che torna a riaprirsi alla fine di ogni poesia, piu` angosciosa di prima. ora i suoi versi ci rivelano l`immediato scatto dei nervi: ora tendono alla scansione nuda dell`epigramma e dell`aforisma. non volano mai, non cantano mai, non corteggiano mai le grazie dell`immagine e della musica". e la ragione e` chiara, lacerante: ugualmente allettato dal versante "selvoso" della prosa e da quello "brullo", "spoglio" della poesia, landolfi si sente ormai, da entrambi, ugualmente respinto.


la casa della famiglia maselli in via sardegna era un luogo di incontro per intellettuali e artisti. nel suo salotto si riunivano emilio cecchi e silvio d`amico, alberto savinio, corrado alvaro e massimo bontempelli. e in questo ambiente che comincia l`intensa esperienza artistica di titina: una ricerca in cui l`istinto creativo si misura costantemente con la consapevolezza intellettuale. il libro ne segue tutte le fasi - il matrimonio con toti scialoja, gli esordi alla fine degli anni quaranta, il fondamentale soggiorno a new york, il ritorno a roma e il trasferimento a parigi - e ne analizza affinita` e influenze, dalla scuola romana al futurismo fino alla pop art. nel corso della sua vita, titina maselli ha lavorato con i piu` importanti registi teatrali, occupandosi delle scenografie e dei costumi, senza mai abbandonare la pittura. i grattacieli, la folla urlante per una competizione sportiva, i fili elettrici nel cielo notturno, le insegne al neon che illuminano la citta`, i calciatori, i boxeurs: attraverso le immagini di una metropoli moderna e al tempo stesso atavica, titina ha raccontato la realta`. questa monografia ci restituisce l`unicita` del suo sguardo attraverso materiale bibliografico e interviste inedite a critici, scrittori e artisti. tra questi, citto maselli, antonio debenedetti, carlo cecchi, elisabetta rasy, ginevra bompiani, ruggero savinio, piero guccione, iaia forte e molti altri.

antonio ligabue ha dipinto, inciso e scolpito raffigurando animali, paesaggi, automobili, scene circensi e di caccia, e tutte le sue opere restituiscono un tumulto di sentimenti inesprimibili a parole. artista autodidatta, ha incarnato la figura del genio irregolare e visionario. nel cinquantenario della morte, avvenuta il 27 maggio 1965, il critico marzio dall`acqua racconta la vita dell`artista in un volume riccamente illustrato. il racconto biografico si basa su documenti originali e offre una minuziosa descrizione della travagliata vicenda familiare: i genitori naturali e quelli adottivi, la gioventu` trascorsa in poverta`, la fragilita` psichica e le difficolta` di apprendimento. particolarmente innovativa e` la ricostruzione della trama dei rapporti umani: la galleria dei personaggi che hanno intrecciato con l`artista relazioni profonde e importanti, da marino mazzacurati fino a cesare zavattini. in ultimo, il libro riassume il processo di riconoscimento, il mito di ligabue, attraverso una sintesi dei piu` significativi contributi - critici, letterari e artistici - a lui dedicati dopo la morte.



Continua la serie The Miontreux Years, contenente materiale inedito, tratto dagli archivi di Claude Nobs, il direttore del festival svizzero. Questa volta tocca a Dr. John, con una serie di registrazioni risalenti al 1986. Incisione e qualità audio superbe ed una scelta del materiale di altissimo livello. Infatti il disco presenta una serie di brani, con il classico suono di Dr John targato New Orleaans che contiene funk, blues, jazz, boogie-woogie e rock. Tra le canzoni, il disco presenta Right Place, Wrong Time, Makin' Whoopee. Going Back to New Orleans, In A Sentimental Mood, Big Chief, Let The Good Times Roll, Goodnight Irene ed altre. Un concerto chè rappresenta il maifesto di un suono classico.