

per antonino esposito la carriera di pizzaiolo, e da li` la vera e propria passione per il proprio mestiere, e` iniziata quasi per caso alla meta` degli anni 80. uno zio cercava un assistente e antonino si offri` volontario, da quella esperienza nacquero i primi lavori in varie pizzerie del napoletano. da quel momento antonino ha fatto tanta strada e al giorno d`oggi, oltre che essere uno dei piu` quotati pizzaioli d`italia, e` proprietario di un suo locale, ahum a sorrento, e consulente per varie aziende e organizza corsi in tutto il paese. nel corso degli anni ha partecipato a vari concorsi, nazionali e internazionali, ricevendo premi e riconoscimenti. da anni ha maturato esperienza anche nel settore della comunicazione grazie alla collaborazione con il canale satellitare alice (sky) e la sua rubrica sul magazine alice cucina.






Splendido e poco conosciuto cantautore, nato all’inizio degli
anni ’50 in Connecticut, Bill Morrissey trovò nel New Hampshire — facente parte di quella regione nord-orientale degli Stati Uniti descritta in lungo ein largo nei primi, magnifici romanzi di John Irving — una specie di seconda casa, raggiunta in qualità di operaio in una segheria e da allora, dopo essere stato pescatore in Alaska e agricoltore in California, mai più abbandonata. Anzi, dalla seconda metà dei
’70 in poi, Morrissey diventò un vero e proprio «cantore» delle cittadine industriali di quello stato, tant’è che il suo
esordio nel mondo della discografia fu prprio un oscuro 45 giri, pubblicato nel lontano 1977, intitolato come l’adagio del territorio (riportato su tutte le targhe delle vetture in esso immatricolate) e contente un’interpretazione dell’omonimo inno, appunto Live Free Or Die. Da quel singolo al debutto a 33 giri trascorsero in realtà ben sette anni, e Morrissey continuò a incidere con relativa costanza, senza fretta ma osservando cadenze piuttosto metodiche. Live Free Or Die: 1996 Band Session, dalla grafica ispirata a quella del remoto 7 pollici di cui sopra e dal contenuto riguardante un’esibizione dimetà ’90, in quel di Winston-Salem (nella Carolina settentrionale), con Michael Toles a destreggiarsi tra chitarra e pianoforte elettrico, David Walters al basso e Danny Mack alla batteria. Si tratta, a tutti gli effetti, di un concerto già affiorato su YouTube ma ripulito dagli applausi e dalle interferenze del pubblico in omaggio all’idiosincrasia nutrita dal titolare per i dischi dal vivo; essendo composto da ben 17 brani completamente inediti e irreperibili altrove, l’occasione per sancirne la dignità di prodotto finito,previa la rimasterizzazione al solito scintillante cui l’italiana New Shot ci ha ormai abituato, era troppo stimolante per farsela sfuggire. E così, un’edizione limitata da soli 200 pezzi i cui proventi andranno per intero alle onlus MusiCares e ANMCO, possiamo ora stringere fra le maniun «nuovo» album, per di più mai stampato prima d’ora in forma fisica, del compianto Bill Morrissey, immortalato in Live Free Or Die.

