
l`amore infelice e "scandaloso" tra la de`mi-mondaine margherita gautier e armando duval; un romanzo che se a suo tempo suscito` lo sdegno dei benpensanti per il tema trattato (e per il modo in cui era denunciata l`ipocrisia del ceto borghese), commosse migliaia e migliaia di lettori in tutto il mondo.






un commovente racconto-apologo che ha per protagonista sirio, il saggio pescatore incontrato per la prima volta ne "la notte infinita". sette ragazzi di citta` scoprono i segreti del mare e della pineta, con i suoi personaggi come il matto, il cavallo bianco, gli uccelli, gli scoiattoli; finche` un giorno questo mondo magico e incantato e` distrutto da un incendio. sara` allora sirio a spiegare il significato che si nasconde dietro l`apparente silenzio del cielo.


"non c`e` sentimento dell`uomo" ha detto sant`agostino " che non sia rappresentato nei "salmi" come in uno specchio. lo spirito santo ha messo qui al vivo, tutti i dolori, le tristezze, i timori, i dubbi, le speranze, le preoccupazioni, le perplessita`, fino alle piu` confuse emozioni da cui l`animo degli uomini e` agitato." se oggi riprendiamo in mano i "salmi", composti nell`arco di un millennio, ci rendiamo conto di come nessun libro ci parli con la stessa intensita` tragica della irrimediabile lontananza e assenza di dio e della vicinanza di dio, che abita insieme a noi nella stessa tenda e nella stessa casa. nessun libro ci comunica sia l`ossessione del peccato sia la serenita` e la gioia dell`anima pacificata.





santa teresa d`avila fu indotta a scrivere quest`autobiografia dai suoi confessori, per documentare una vita che gia` allora faceva scandalo, con doti di carattere e un carisma spirituale sconcertanti. il lettore moderno puo` accostarla in vari modi. come testimonianza storica e psicologica di una vocazione maturata nella spagna splendida e feroce del cinquecento, quando santi, artisti e conquistatori parevano invasati da una febbre di vitalismo creativo. come un testo letterario realistico e a tratti umoristico. come una confessione spirituale da cui emerge una donna tenera, materna, gentile da un lato, passionale, volitiva e pragmatica dall`altro.

francia sec. xvii. cirano ama rossana, ma non osa confessarle il suo amore, afflitto dal suo enorme naso. suggerira` pero` a cristiano, un giovane e bel cadetto, le parole che conquisteranno la ragazza. i due giovani si sposano, ma il conte di guisa, che ama segretamente rossana, fa partire per l`assedio di arras i cadetti da lui comandati, tra cui cristiano e cirano. durante la lontananza, rossana riceve splendide lettere d`amore, firmate da cristiano, ma dettate da cirano, che la fanno sempre piu` innamorare. i due decidono di dirle, al ritorno, la verita`, ma cristiano muore, rossana si ritira in convento e cirano solo ferito a morte le dira` la verita`. (prefazione di luigi lunari e introduzione di roberto bracco)









il 9 febbraio 2009 eluana englaro moriva. ci sono voluti 6233 giorni perche` il padre potesse liberarla e dirle addio; diciassette anni di vita sospesa fra la vita e la morte, durante i quali beppino englaro ha lasciato il suo lavoro e si e` immerso nelle carte. ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volonta` percorrendo sempre la strada della legalita`. i suoi sono stati anni senza tregua, senza pause, senza possibilita` di fuga o di riparo dalla violenza di una vita artificiale imposta a eluana da uno stato etico, che puo` arrivare a privare delle liberta` fondamentali i suoi stessi cittadini. in questo libro l`autore rievoca i ricordi e le lettere di sua figlia e ripercorre gli ultimi mesi della vita di lei anche attraverso la propria storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso che ogni giorno, negli ospedali, si pone domande semplici e aspetta risposte umane, e viene invece abbandonato dalla politica in un limbo di sofferenza. una battaglia in cui englaro e` tuttora impegnato perche` la liberta` di cura sia un valore collettivo, perche` la legge rispetti l`individuo e non dia a altri se non a lui stesso il diritto di decidere della propria salute.









