
"alexis de veaux ne racconta la vita con stile particolare, delineandone la figura, luci e ombre. lo fa intessendo fatti, aneddoti e sensazioni che dal `56, anno della controversa autobiografia, e con rinnovato interesse dopo il libro di john chilton (`75), hanno alimentato pagine e pagine di testi di ogni genere. il libro sfoglia il calendario con taglio diverso dai numerosi altri scritti sulla complessa, drammatica e sfavillante storia della grande interprete. una scrittura agile, quanto evocativa, densa di richiami e stimoli per attivare sentimenti, sottolineature e qualche flashback" (dall`introduzione di gianni del savio).



secondo una tradizione giornalistico-letteraria e storiografica, il 25 luglio 1943 gli italiani si sarebbero adattati con prontezza e disinvoltura al nuovo clima politico antifascista. che fosse utilizzata per stigmatizzare l`eterno opportunismo italico o come prova della tenace avversione covata dalla societa` nei confronti della dittatura, quella narrazione ha avvalorato l`idea del completo fallimento dell`esperimento totalitario fascista. indagando nelle pieghe piu` riposte della coscienza collettiva nazionale dell`immediato dopoguerra, l`autore porta alla luce la percezione affatto diversa che della dittatura e dei suoi lasciti ebbero i contemporanei, punto di partenza per ricostruire il rapporto intrattenuto dagli italiani con l`esperienza e la memoria del fascismo e per valutare l`impatto del progetto totalitario del regime e i suoi effetti di lungo periodo sulla societa` italiana. l`attenzione viene focalizzata sulla gioventu` intellettuale che piu` di altri settori della popolazione era stata esposta all`azione di pedagogia totalitaria del fascismo, per rilevare i condizionamenti di quella formazione originaria, le linee di continuita` e le fratture nel percorso di transizione al postfascismo. ripercorrendo il "lungo viaggio" compiuto dai giovani intellettuali per liberarsi dalle suggestioni e dai miti del fascismo, il volume contribuisce alla conoscenza della riconversione alla democrazia di una parte della classe dirigente nazionale formata per servire lo "stato nuovo" fascista.







scritto negli ultimi anni della guerra di secessione americana, mentre l`autore si prodigava con straordianaria energia negli ospedali da campo unionisti, "giorni rappresentativi" - pubblicato nel 1883 - e` una testimonianza, reale e insieme ideale, della piu` profonda crisi spirituale vissuta da walt whitman. in queste pagine il poeta statunitense raccoglie appunti e lettere di un decennio, abbracciando l`intero arco della sua singolare e tormentata esperienza umana: dalle riflessioni letterarie e filosofiche al pensiero politico-religioso, dalla descrizione delle atrocita` dei campi di battaglia all`assistenza prestata ai sofferenti. un`autobiografia-mosaico che rappresenta una sorta di intimo compendio dell`intera sua opera.

