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"queste lettere, che sono ora un cinguettante duetto e ora il lungo, sommerso addio di due vecchi, stanchi coniugi, vorrei fossero lette e recepite come un`unica lettera a due voci sul matrimonio, anzi meglio sulla deontologia matrimoniale." (antonio debenedetti)

la scrittura di brecht si accende all`eco della tradizione, integrandola, disarticolandola, rovesciandola, opponendo al mito la storia, alla posa statuaria il gesto del quotidiano in cui balenano i rapporti sociali. in questa raccolta di racconti (che include gli anni dal 1913 al 1940) tale pratica di sabotaggio letterario trova forse la sua prima radice visibile, in cio` vi e` un sicuro motivo di interesse: la possibilita` di osservare allo stato nascente certi temi che diverranno tipici del drammaturgo tedesco. appresi i rudimenti dell`arte del raccontare, brecht non ha mancato di arricchire il suo contenuto istruttivo; ecco che l`astuzia sorniona del narratore riesce a trasformare il luogo della chiacchiera piccolo-borghese in osservatorio affacciato sul mondo.

nel settembre del 1920 mario buda fa esplodere in piena wall street un carro trainato da cavalli e imbottito di dinamite e pezzi di metallo, l`esplosione uccide 40 persone e inaugura quella che sarebbe diventata una delle piu` micidiali armi da guerriglia urbana, l`autobomba. il prototipo messo a punto dall`anarchico italiano, tempo qualche decennio, diventera` l`arma del terrorismo globale. rileggendo la storia del secondo dopoguerra, davis ripercorre l`uso, le trasformazioni, gli scopi di un ordigno povero che ha esiti molto piu` devastanti dei missili da milioni di dollari e che ha modificato totalmente l`idea stessa di guerra. se un tempo eserciti e armamenti erano convenzionali, la maggior parte degli attuali conflitti sul pianeta hanno carattere di guerriglia e nell`autobomba l`arma piu` efficace e a buon mercato.

a belgrado un professore di lettere ebreo indaga negli archivi della seconda guerra mondiale per capire come mai l`albero genealogico della sua famiglia sia ridotto a un unico ramo, quasi secco. nel corso delle sue ricerche trova traccia di gotz e meyer, due giovani delle s.s. che furono mandati nell`estate del 1942 da berlino a belgrado con un compito preciso: trasportare gli ebrei dentro un camion ermeticamente sigillato, uccidendoli durante il tragitto tramite i gas di scarico. sterminarono cosi` 5000 ebrei serbi. un romanzo di evidente matrice autobiografica che cerca di ricostruire un passato indicibile, di far fronte alla necessita` di dare una figura, un corpo, agli esecutori del male.

il problema dell`angoscia viene affrontato da lacan da un`angolatura particolare, e cioe` dal suo aspetto positivo. in questo ha dei precursori in alcuni filosofi, come kierkegaard, heidegger e sartre stesso, che hanno visto nell`angoscia quel concetto capace di aprire alla riflessione soggettiva, ma soprattutto freud, che assegna all`angoscia la funzione di causare la rimozione, dando cosi avvio alla formazione del sintomo. lacan accentua la positivita` dell`angoscia, poiche` per lui essa e` la via privilegiata per accedere al reale. il che vuol dire che l`angoscia e` la via che porta al di la` del significante, e` la via privilegiata per cogliere quel "resto" che egli chiama oggetto "a". oggetto essenziale, poiche` non e` l`oggetto desiderato, ma e` l`oggetto che, invece, causa il desiderio. si passa cosi`, tramite l`angoscia, dal campo dell`oggetto docile al significante, come sono tutti gli oggetti che sembrano corrispondere al desiderio, a quest`oggetto "altro", che e` all`origine del desiderio. oggetto le cui manifestazioni erano gia` state delineate da freud nell`oggetto orale e in quello anale, e che lacan a sua volta completa con lo sguardo e la voce, e infine precisando la natura del fallo, oggetto di cui l`uomo viene a mancare e di cui la donna non sa che fare, lei che e` invece sempre presa dal desiderio dell`altro.

due gemelli siamesi, separati dopo 33 anni di condivisione degli organi, possono finalmente entrare nel mondo normale e imparare di nuovo a vivere scoprendo le gioie e le disillusioni della normalita`. da un`altra parte del mondo vive una famiglia in difficolta`, in una provincia inglese dell`azerbaigian. la giovane e bella ludmila e` pronta a rifarsi una vita, ma un giorno uccide il nonno, e questo nonno non puo` morire: c`e` il magro mensile di una pensione da mantenere a ogni costo, l`unica fonte di sostegno in un paese in guerra tra milizie violente e disperate. quando il bel viso di ludmila appare su un sito internet di contatti matrimoniali, come una perfetta promessa sposa russa, gli eventi cominciano a prendere una piega diversa, si intravede la possibilita` di un amore, l`alternativa di un mondo diverso, forse il sogno di una vita nuova.

e un esodo silenzioso e inarrestabile quello dei migranti musulmani in viaggio da medio oriente e asia centrale verso occidente. sopravvissuti quasi tutti a guerre e violenze, a persecuzioni politiche o sociali, hanno un solo desiderio, quello di vivere in pace, e nessun interesse per fanatismi di sorta. in anni di viaggi e soggiorni sul campo, yaghmaian ne ha raccolto e fotografato le storie. un dramma umano che si ripete sulle strade che da istanbul, kandahar, baghdad, lslamabad, portano a parigi, londra, new york, passando per tendopoli, centri di accoglienza, container, varchi nelle frontiere.

questo libro intende smontare la macchina propagandistica a favore della guerra contro l`iraq costruita da bush e da blair e svela alcune verita` nascoste da manipolazioni e bugie ufficiali. non a caso il libro inizia e finisce con i pensieri di alcuni dei parenti piu` coraggiosi delle vittime dell`11 settembre che si sono espressi per la giustizia e non per la vendetta. lavorando su materiale documentario, l`autore illustra almeno dieci ragioni contro la guerra. il volume e` introdotto da noam chomsky.

molti di noi avvertono la percezione che qualcosa di terribile rischia di inquinare i rapporti fra le generazioni, qualcosa di ben peggiore dell`odio: l`indifferenza. come combattere questo sentimento che ha sicuramente a che fare con i piu` inquietanti fatti di cronaca di questi anni, ma che identifica anche una rassegnazione che mina il benessere di molte famiglie? quale progetto siamo disponibili a pensare per una comunita` capace di recepire e avvalorare la creativita` e il senso critico delle giovani generazioni? quale scuola, quale famiglia, quale citta`?

quando il cinema diventa un vizio? quando lo si ama troppo. come spettatori, o facendolo come registi. gianni amelio racconta in questo libro il cinema che tutti amiamo: quello classico, da "quarto potere" a "casablanca", e quello di anni piu` recenti, affascinante e spettacolare come le opere di spielberg, coppola o scorsese. una piccola storia della "settima arte" ricca di curiosita` inedite, ma anche un ritratto del cinema "dall`interno", un diario fitto di aneddoti divertenti che insegna come si fa un film.

durante la campagna elettorale del 1993, a roma, l`ispettore ruben massei deve indagare sulla scomparsa di una anziana signora ebrea, luce ancona, figura attiva della comunita` ebraica che ruota intorno alla sinagoga. le indagini lo portano sulle tracce di tre skinheads, scomparsi nello stesso periodo. i successivi sviluppi lo costringeranno a ripercorrere il suo passato, strettamente legato alle persecuzioni del 1943 contro gli ebrei in cui morirono i suoi genitori. il romanzo procede cosi` su due binari paralleli dove passato e presente, finzione e realta` si avvicendano, per riunirsi nell`epilogo.

ricco e saggio babilonese, zadig e` convinto di essere molto buono, molto bello, molto bravo, e ne deduce che tutto questo dovrebbe garantirgli ampiamente la felicita`. ma l`amore gli riserva delusioni, lo studio della natura gli procura guai con la giustizia, la stima dei suoi contemporanei si rivela effimera e capricciosa. la virtu`, dunque, non basta. chi non guarda le stelle finisce per restare a terra. ma chi va troppo in alto sara` ancora capace di vedere le miserie umane? si puo` lottare contro un destino avverso? un eremita svelera` a zadig il segreto di una provvisoria felicita`: sottomettersi ai disegni della provvidenza.

"il prete giusto" e` la storia di un uomo libero, don raimondo viale (1907-1984), costretto a una sfida impari e solitaria con gli eventi piu` aspri del novecento. abbandonato dalla chiesa e malato, ha affidato a nuto revelli la memoria della sua vita. sullo sfondo della campagna povera del cuneese si snodano gli anni duri dell`infanzia, della prima guerra mondiale, le prime ribellioni in seminario, l`impegno nella parrocchia di borgo san dalmazzo fino allo scontro con i fascisti, le prediche coraggiose contro la guerra, l`imbarazzo della chiesa, il confino. poi, in un crescendo, i grandi drammi collettivi: l`8 settembre, le stragi naziste e fasciste, la persecuzione degli ebrei, fino alla sospensione "a divinis".

le dieci grandi tragedie: filippo, antigone, agamennone, oreste, ottavia, merope, maria stuarda, saul, mirra, bruto secondo. nel saggio di introduzione il curatore fa la storia della produzione teatrale drammatica prima di alfieri, e come alfieri sia stato portatore di uno stile e di un contenuto nuovi: l`uno inteso come declamazione e l`altro che vede nel tiranno non gia` il dominatore, ma il vinto fra i vinti. secondo dei due tomi.

sul finire dell`estate, in sardegna, la morte violenta di piero weiss sconvolge la tranquilla vacanza dei villeggianti. uno sparo e poi il fuoco avvolge il cadavere. ma la figlia del funzionario di polizia che indaghera` sull`omicidio e` amica del principale indiziato. l`indagine diventa cosi` occasione per una presa di coscienza del rapporto tra padre e figlia, un legame in apparenza esile, sfuggente, ma in realta` fortissimo.

Commedia in due atti scritta nel 1929, e rappresentata per la prima volta dalla compagnia «Teatro Umoristico i De Filippo» il 9 ottobre 1932 a Napoli, al Teatro Sannazzaro, Chi è cchiu felice 'e me! ha - come ha sottolineato Fiorenza Di Franco - «il fondo delle vecchie farse sul tema tradizionale dell'infedeltà coniugale e della cecità del marito tradito. Ma l'accuratezza con cui vengono sottolineati i tratti del protagonista fanno pensare che Eduardo abbia voluto andare oltre alla presentazione caricaturale di un tipo. Mettendo in risalto l'individualismo di Vincenzo, la sua sete di meschina felicità, il suo isolarsi nel suo piccolo mondo, suggerisce una critica alla borghesia italiana - certamente non recepita all'epoca - che proprio con questo modo di concepire la vita ha permesso l'avvento del fascismo e il suo progressivo rafforzamento».

per molto tempo gli storici hanno dato per scontato cio` che era evidente ai testimoni dell`epoca: che la rivoluzione francese fu causata dalle idee radicali dell`illuminismo. negli ultimi decenni gli studiosi hanno invece cominciato a sostenere che la rivoluzione venne portata avanti dalle forze sociali, dalla politica, dall`economia o dalla cultura; da quasi tutto insomma, escludendo pero` i concetti astratti di liberta` e uguaglianza. in questo libro, uno dei maggiori storici dell`eta` dell`illuminismo restituisce alla storia intellettuale della rivoluzione la sua legittima centralita`. attingendo copiosamente a fonti di prima mano, jonathan israel ricostruisce il gigantesco dibattito intellettuale che produsse e accompagno` le varie fasi della rivoluzione francese, dimostrando come tali idee divisero i capi rivoluzionari in blocchi ideologici violentemente opposti, e come questi conflitti sfociarono infine nel terrore. nella rivoluzione culminarono gli ideali di emancipazione e di democrazia dell`illuminismo, se si concluse diversamente e` solo perche` tali idee vennero tradite.

per l`importanza e la complessita` dell`argomento (che cos`e` la conoscenza?), la profondita` e la sottigliezza dell`analisi, e la straordinaria ricchezza e varieta` dei temi filosofici che vi sono trattati, il teeteto e` indubbiamente uno dei dialoghi piu` importanti dell`opera di platone, e in generale uno dei testi fondativi del pensiero occidentale. ne sia prova il fatto che ha suscitato l`interesse di filosofi del calibro di ludwig wittgenstein e john mcdowell. ma il teeteto e` anche un testo enigmatico, perche` tutte le soluzioni proposte al problema in oggetto sono sorprendentemente demolite: con il risultato di lasciare ai lettori, da piu` di 2000 anni a oggi, il difficile compito di capire il significato di questa scelta. la presente edizione contiene, oltre a un testo greco affidabile e a una traduzione scorrevole ma anche linguisticamente e storicamente accurata, un`ampia introduzione e un ricco apparato di note, dove l`obiettivo di spiegare il testo cercando di ricostruire le intenzioni che potrebbero aver guidato platone nella stesura si accompagna a una attenta e puntuale discussione dei molti temi filosofici che per il loro rilievo teorico continuano a stimolare le ricerche dei pensatori contemporanei.

. ida e` appena sbarcata a messina, la sua citta` natale: la madre l`ha richiamata in vista della ristrutturazione dell`appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, e` costretta a fare i conti con il trauma che l`ha segnata quando era solo una ragazzina. ventitre` anni prima suo padre e` scomparso. non e` morto: semplicemente una mattina e` andato via e non e` piu` tornato. sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un`identita` fondata sull`anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. specchiandosi nell`assenza del corpo paterno, ida e` diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. ma ora che la casa d`infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

dipendiamo dal mare come risorsa per respirare, per nutrirci, e anche per sognare. il mare fa parte del nostro ambiente pur restando un mondo altro, temibile quanto irresistibilmente suggestivo, un altrove radicale. ma e` proprio questa sua alterita` a permetterci di ripensarlo da una prospettiva inedita, per capire in che misura esso ha fatto di noi quello che siamo, indicandoci quello che dovremmo diventare. questo libro e` un viaggio dentro il mare aperto, leggendo queste pagine salpiamo come ulisse per iniziare un`avventura, siamo un pensiero in movimento. ci scopriamo accanto all`autore mentre attraversa l`oceano su una barca a vela in veste di marinaio/filosofo. perche` navigare ci trasforma, asseconda il nostro desiderio di conoscenza e apre le porte della percezione. veleggiare dentro uno spazio di liberta` senza confini che dialoga con il cielo muta radicalmente il nostro rapporto con l`ambiente, con le persone e persino con gli oggetti. la barca diventa una scuola di vita che ci obbliga a pensare ogni cosa da capo per agire in modo nuovo. da` vita a una forma di conoscenza attiva, costruita dall`azione: una filosofia del mare. grazie a cartografie stranianti e inversioni di prospettiva, roberto casati fa vacillare le nostre opinioni e certezze , per introdurci a nuovi valori e responsabilita`, suggerendo risposte alle nostre mancanze o colpe verso la natura e il mondo che ci circonda: dal ruolo del plancton al soccorso in mare dei migranti. perche` . .

la legge del dio ebraico e` la legge della parola. questa legge non e` solo scritta sulle tavole di pietra, ma intende inscriversi innanzitutto nel cuore degli uomini. essa sancisce l`impossibilita` dell`uomo di farsi dio e, nello stesso tempo, dona a esso la possibilita` generativa del suo desiderio. si tratta di una dialettica ripresa in modo originale dalla lezione di freud e di lacan. in un lavoro senza precedenti, massimo recalcati dimostra che non solo non c`e` contrapposizione tra il logos biblico e la psicoanalisi, ma che quell`antico logos ne costituisce una delle sue radici piu` profonde. la critica freudiana della religione come illusione sembra condannare il testo biblico senza alcuna possibilita` di appello. la psicoanalisi e` sin nelle sue fondamenta atea perche` non crede all`esistenza di un se non come una favola che serve ad attutire il dolore dell`esistenza. la lettura delle scritture che massimo recalcati propone in questo libro rivela invece l`esistenza inaudita di radici bibliche della psicoanalisi. non e` una tesi teologica o una dimostrazione filologica, ma un effetto del suo incontro singolare con il testo biblico. non si tratta di psicanalizzare la bibbia, ma di riconoscere in essa la presenza dei grandi temi che verranno ereditati dalla psicoanalisi, con particolare riferimento all`opera di freud e di lacan: il carattere originario dell`odio rispetto all`amore; la radice invidiosa del desiderio umano; il fallimento e la necessita` della fratellanza; il rapporto dialettico tra legge e desiderio; la funzione simbolica del nome del padre; il lutto necessario della totalita`; la centralita` attribuita al resto salvifico che sottrae la vita alla morte e alla distruzione; la maledizione della ripetizione e la sua interruzione; la tentazione idolatrica come desiderio perverso dell`uomo di essere dio; la critica al fanatismo ideologico del sacrificio; il taglio virtuoso della separazione; l`eccedenza della gioia erotica; la

. . dire la poesia non avviene sempre. eppure anche nel dire la poesia consiste, da sempre, la poesia. lo sapeva carmelo bene con il suo personalissimo teatro della crudelta`, lo sapevano i romantici e i surrealisti, lo sapeva garcia lorca, quando trovava il suo duende nella musica, nella danza e, appunto, nella poesia a viva voce (hablada), arti tutt`e tre, sosteneva, che hanno bisogno di un corpo vivo che le interpreti. lo sa bene, benissimo, mariangela gualtieri, che da quarant`anni , avvolgendo chi la ascolta in un che non ha uguali. si perche` , come dice gualtieri, i professionisti, gli attori, leggono il verso puntando . nella sua , gualtieri ci parla invece solo del resto. e per farlo trova un linguaggio nuovo e sorprendente: non un discorso sul dire la poesia ma una scrittura con il dire la poesia. non concetti astratti, ma figure, immagini, sensazioni fisiche, echi. e analogie, fino a costruire un libro di poesia saggistica, a opporre visione a discorso, a parlarci vicino e alto, lontani dalla chiacchiera. e cosi`: .

1901. la peste dilaga sull`isola di mingher e l`uomo chiamato a fermarla viene ucciso in circostanze misteriose. nel destino di quella piccola isola e dei suoi abitanti orhan pamuk ha ricreato un mondo, parlando al nostro presente con una forza e un`intensita` che sono quelle della grande letteratura. nell`aprile del 1901 un piroscafo si avvicina silenzioso all`isola di mingher, . dall`imbarcazione scendono due persone: il dottor bonkowski - il maggior specialista di malattie infettive dell`impero ottomano - e il suo assistente. bonkowski e` li` per conto del sultano: deve indagare su un nemico invisibile ma mortale, che rischia di mettere in ginocchio un impero gia` da molti definito il e innescare cosi` una reazione a catena nei delicatissimi equilibri continentali. sull`isola di mingher, si dice, c`e` la peste. il morbo viene rapidamente confermato, ma imporre le corrette misure sanitarie rappresenta la vera sfida, soprattutto quando le esigenze della scienza e della medicina piu` nuova si scontrano con le credenze religiose. in quest`isola multiculturale dove musulmani e cristiani ortodossi cercano di convivere pacificamente, la malattia funge da acceleratore delle tensioni sociali e non solo: poco dopo aver parlato con il governatore e chiesto che venga imposta la quarantena, il corpo del dottor bonkowski viene trovato senza vita in un vicolo. in un drammatico crescendo la peste dilaga, spingendo le autorita` a rafforzare le misure di contenimento: queste pero` aumentano le frizioni tra le varie identita` dell`isola (e dell`impero), tra chi le asseconda e chi nega l`esistenza stessa della malattia, o l`efficacia della quarantena, gettando la comunita` nelle tenebre di una notte non soltanto sanitaria. "le notti della peste" e` un`opera-mondo grandiosa, universale, attraversata da echi di tolstoj, di manzoni, del conrad di nostromo, di camus. romanzo storico e allegorico (tra le righe si legge la deriva

. possiamo passare una vita a discutere senza mai capirci, in particolare quando apparteniamo a generazioni diverse. quasi sempre e` un problema di coordinate: ognuno ha le sue e rifiuta di abbandonarle, anche solo un po`. essere figlia e padre non semplifica le cose. stanchi di , giorgia e gianrico carofiglio si sono seduti a un tavolo e hanno affrontato con occhi nuovi alcuni degli argomenti che piu` li hanno divisi. questioni che riguardano ciascuno di noi come il clima, il femminismo, il cibo. la politica. non hanno eliminato tutte le loro divergenze, ma hanno elaborato una serie di ragionamenti - veri e propri saggi brevi, tessere di un mosaico sorprendente - in cui si combinano entrambi i punti di vista. una scommessa audace e allegra sulle possibilita` di un linguaggio comune, di un`idea condivisa del mondo e del futuro.

il libro raccoglie tutti i racconti scritti da yehoshua: dodici storie pervase da atmosfere surreali, nelle quali i personaggi si muovono in bilico tra sogno e realta`, preda di un disagio che si trasforma in stanchezza, in un bisogno incontrollato di dormire. sono dei perdenti, gli di yehoshua; uomini stanchi, incapaci di raggiungere i propri scopi, privi di certezze. nemmeno i sentimenti sono un`ancora di salvezza, gli equilibri familiari sono fragili, gli amori disillusi. eppure, il tormento e la disperazione appaiono lontani: ironia e divertimento sono la cifra di una prosa intensa, coinvolgente e tuttavia leggera.

la mia casa, ex chimico, contro il dolore, il salto della pulce, notizie dal cielo, il mondo invisibile, il linguaggio degli odori, sono alcuni titoli degli scritti che primo levi ha pubblicato tra il 1964 e il 1984. le scienze naturali, la zoologia, l`astronomia, la letteratura diventano punti di partenza per una serie di riuscite divagazioni, di "invasioni di campo, incursioni nei mestieri altrui, bracconaggi in distretti di caccia riservata", che arricchiscono in maniera sorprendente la fisionomia dello scrittore. levi conosce a fondo le cose di cui parla, rivelandosi il piu` estroso dei botanici, degli zoologi e dei linguisti. inoltre racconta gli autori che gli sono cari, ci spiega perche` scrive, evoca ricordi di giovinezza nostalgici e ironici, riflette sui legami tra il mondo della natura e quello della cultura. e finisce per offrirci una preziosa autobiografia, scritta con il suo stile inconfondibile: nitido, scarno, preciso.

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