
Al suo sesto album come solista, il rocker del Sud John Brannen vuole fare le cose seriamente. Nato come clone di Bob Seger, John ha poi trovato la sua via, mischiando rock e country, come fanno molti southern rockers. Ed ora torna in pompa magna, con la produzione adulta di David Z, e cerca di dare maggiore risalto alla sua musica. Classico american rock.

Band di Portland, Oregon. Disco pubblicato, in origine, nel 1996 e riedito di recente. Band stile Americana, coi Byrds nel pentagramma, e Gram Parson come comune denominatore

La popolare band Usa questa volta rilegge brani di altri, invece di proporre il proprio materiale. L'album contiene canzoni di Rolling Stones, Led Zeppelin, Steve Miller Band, AC/DC, Elton John, Free, James Gang e molti altri.

Mick Abrahams, ex Jethro Tull ed ex Blodwyn Pig, è un uomo molto attivo, malgrado abbia superato i 70 anni. In questo nuovo album interpreta alcune delle sue canzoni preferite di sempre, e lo fa assieme a compagni di viaggio illustri: Martin Barre, Paul Jones, Bill Wyman, Terry Taylor, Bernie Marsden, Elliott Randall, Mark Feltham ed altri. Canzoni come On The Road Again, I'm A Hog For You, Bright Lights Big City, Boney Moronie, Goodnight Irene, Poison Ivy, Hungry For Love etc.

Sestetto che arriva da Orlando, Florida, e che fa del sano southern rock, venato di blues, ma solido ed elettrico. Anche poderoso in alcune canzoni. Non sono al primo disco, ma è con questo album, distribuito dalla specializzata Provogue, che fanno la differenza. Vuoi per la produzione, più agile, vuoi per le canzoni, decisamente meglio che in passato. Poi Wynn ha anche dei nobili ascendenti in quanto suo padre era uno dei Cowboy, storica formazione southern rock. Se vi piace il rock, quello vero, tipo Simo e JJ Grey and Mofro, con dentro un pò di blues, fanno al caso vostro.

I Leftover Salmon sono una jam - grass band dannatamente creativa, anzi camaleontica. Sono in grado di mischiare suoni e generi, cambiare stile, modulare rock e radici in modo diametralmente opposto a quanto fanno altre band. Questo nuovo lavoro, che celebra i loro 25 anni di carriera è, prima di tutto, prodotto da uno che la sa lunga: Steve Berlin del Los Lobos. Quindi presenta un insieme di suoni, idee e, di conseguenza, canzoni che mischiano vari generi musicali. Dalla classica jam al puro bluegrass, dal rock più classico al rhythm and bluies. Non ci sono momenti di stanca nè ripensamenti di sorta. I Leftover Salmon sono una band a 360 gradi, prendere o lasciare.

Malgrado non sia più giovane, Joan Armatradaing ha ancora voglia di fare musica. Lo conferma questo disco in cui fà tutto lei, dalla prima all'ultima nota, componendo, suonando, cantando. Tutto in prima persona, senza alcun aiuto. Che Joan sia una musicista completa, non c'è dubbio, ma che abbia ancora la forza e la voglia di fare un disco di questo genere, è sintomatico del fatto che è una musicista di levatura superiore. Not Too Far Away è un disco semplice e diretto al tempo stesso: melodie ben costruite, testi profondi. Basta ascoltare canzoni come I Like It When We're Together, No More Pain, Invisible (Blue Light), This Is Not That ed Any Place per rendersene conto. Joan Armatrading è ancora tra noi.

Lori McKenna, cantaurice e madre ( ha cinque figli ),ha molti dischi alle sue spalle. Cantautrice di valore, compone canzoni anche conto terzi e, proprio ultimamente, ha vinto vari premi, sia per la sua carriera adamantina, che per certi brani che hanno raggunto la cima delle classifiche di settore ( country, Americana, folk ), interpretati però da altri artisti. The Balladeer, prodotto da Dave Cobb ( come il precedente ) conferma la crescita della McKenna, autrice vera e cantante raffinata, e regala una manciata di canzoni degne di essere ricordate:This Town Is a Woman (con Karen Fairchild & Kimberly Schlapman),When You're My Age (con Hillary Lindsey & Liz Rose), The Balladeer, Marie, Good Flight, Stuck in High School.

2 CD. Registrato dal vivo lo scorso Giugno, in una sala spaventosamente vuota dell’Alexandra Palace, una aristocratica costruzione dell’ottocento, situata nella zona nord di Londra, Idiot Prayer è una performance per sola voce e pianoforte di 22 canzoni, o meglio classici, del repertorio di Nick Cave. Una configurazione motivata dalle limitazioni degli spostamenti imposte dal lockdown, che l’artista ha saputo trasformare in una nuova opportunità e in una inedita esperienza. Spogliate dal suono sontuoso dei Bad Seeds, le canzoni risplendono di una sacrale nudità poetica, quasi liturgica, che evoca l’aura austera di un’opera classica, perché da sole le note solenni del pianoforte ed il canto stentoreo ed emozionante di Nick Cave bastano a sviluppare la potenza e la drammaticità di una orchestra.
