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simona e` morta ma non ha nessuna intenzione di svanire e di essere dimenticata da suo marito e da sua figlia. con determinazione e ironia, il suo fantasma si aggira in scena attivando pensieri ed emozioni. "la vita ferma" e` un testo sul lutto, sul dolore e sullo svanire del dolore, sul senso di mancanza che permane oltre l`attenuarsi del ricordo. daria, invece, e` una donna non piu` giovane che lotta contro la depressione, tra l`incudine e il martello di una figlia (che talvolta in scena si trasforma nella sua psicanalista) e di una madre. un testo che gioca sul filo schizofrenico di una quotidianita` tutta frigorifero e lavatrice e dialoghi coltissimi a partire da citazioni di onetti o wittgenstein.

dal medioevo, generazioni di bambini sono stati spaventati dall`orco, questo essere fantastico che rapiva i piu` piccoli per portarli nella sua tana e divorarli. ne parlano boccaccio, ariosto, il "pentamerone" di basile e soprattutto la grande tradizione delle fiabe regionali. e ne parlano le celebri favole di perrault, che hanno segnato la fortuna globale di questa figura, destinata a popolare tanto i mondi fantastici di tolkien, quanto i film d`animazione dgli ultimi anni. ma da dove viene l`orco? al termine di una serrata indagine tra fiaba, folklore e letteratura, e` orcus che si svela: una vorace, rapace e inesorabile divinita` romana degli inferi. il divoratore di bambini, seppure spesso reinterpretato in chiave farsesca, conserva di quella sua origine infernale qualcosa di profondamente oscuro.

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